TORINO – Quando finisce un amore magari è anche questione di soldi. O meglio di disparità economiche all’interno della coppia, specie quando è la donna ad essere più ricca. E’ l’idea di fondo del bel film franco belga L’économie du couple di Joachim Lafosse (Proprietà privata, A perdre la raison) presentato al TFF in Festa Mobile e in sala il 19 gennaio con la Bim con il titolo Dopo l’amore. Bérénice Bejo e Cédric Kahn sono una coppia di separati in casa: quarantenni, con due gemelline di 7 anni, stanno insieme da 15. E insieme hanno ristrutturato l’appartamento dove vivono. L’ha comprato lei, con i soldi di famiglia, l’ha messo a posto lui, che fa lavori edili ma saltuariamente e frequenta pure cattive compagnie, dei loschi tipi a cui deve un bel po’ di soldi. Ma ora la donna si è stancata di tutto questo e, anche se sotto la cenere cova ancora molta brace, ha deciso che lui deve andarsene. “Oggi si butta tutto ciò che non piace più, come un vestito fuori moda, invece l’amore si trasforma in amicizia e può durare tutta la vita”, avverte la mamma di lei (Marthe Keller) ma la figlia Marie, pur distrutta dal dolore per la separazione imminente, non cede. E continua a fare i conti del dare e dall’avere, chiedendo anche due euro per il formaggio, smettendo di fare la lavatrice per lui. Tutto questo sotto lo sguardo delle gemelline Jade e Margaux, felici dei rari momenti in cui l’armonia sembra ristabilita.
Lafosse, come è nato questo progetto?
Dall’incontro con Mazarine Pingeot, lei è la figlia segreta di Mitterrand, dunque è cresciuta in una situazione di agiatezza. Volevamo fare insieme un adattamento del Britannico di Racine, ma poi ci siamo decisi a parlare di qualcosa che ci toccasse entrambi. E siccome abbiamo 40 anni e ci stavamo tutti e due separando, è venuta fuori questa idea.
Perché secondo lei la disparità economica nella coppia è deflagrante, ma solo quando è la donna ad essere più benestante?
Malgrado tutto il progresso della posizione femminile, se una donna guadagna più di un uomo questo rappresenta un problema. E’ una cosa che molti mi hanno raccontato e che anche io ho sperimentato. Come fa un uomo a restare virile e una donna a mantenere la sua femminilità se c’è questo divario?
A cosa si deve tutto questo? Perché se è l’uomo ad essere più ricco la cosa viene accettata?
Il denaro è una cosa magnifica se serve a riconoscere l’investimento di energia di qualcuno. Ma se in una coppia c’è difficoltà a riconoscere i gesti dell’altro sorge uno squilibrio. La ricerca di uguaglianza a tutti i costi è una violenza, io non sono comunista e amo la differenza, che è una fonte di piacere. Ma essere ricchi significa anche detenere un potere, il denaro permette di risolvere i problemi senza interpellare l’altro.
Perché ha scelto Bérénice Bejo, l’aveva vista nel film di Asghar Farhadi Il passato, anche lì in procinto di divorziare?
Mi piace Bérénice perché ha una bellezza leggera e allo stesso tempo mostra la sua capacità di lottare strenuamente. È molto controllata, non si lascia andare facilmente. L’ho vista nel film di Marco Bellocchio, Fai bei sogni, che forse non è il più bello esteticamente di Bellocchio ma sicuramente è il più profondo perché ci invita a elaborare un trauma, a non lasciarsene annientare.
Cosa ha chiesto ai suoi due attori in questo film quasi interamente girato all’interno di una casa?
Volevo che vivessero un’avventura come quella di Chi ha paura di Virginia Wolf? di Mike Nichols, con due attori in un unico ambiente. Il mio sogno, ho detto loro, è che vi sentiate liberi come Nichols è riuscito a fare sentire liberi Elizabeth Taylor e Richard Burton in quel film del ’66.
Lei cerca di non prendere le parti dell’uno o dell’altra ma in più di un momento sembra identificarsi col personaggio maschile.
La femminilità per noi uomini è un enigma e ci piace per questo, mentre le donne non guardano agli uomini in questo modo e invece dovrebbero farlo. L’incapacità di vedere l’altro come un enigma con la sua complessità diventa fonte di collera. Capita a tutti di lasciare una persona per un motivo e ritrovarsi a lasciarne poi un’altra per lo stesso motivo, succede perché manchiamo di immaginazione. Bisognerebbe capire che la ricchezza non è solo questione di denaro, ma anche di curiosità, di capacità di amare, di prendersi cura dell’altro. In questo concordo con Boris.
Non sembra che Marie e Boris abbiano smesso di amarsi, anche se non possono più stare insieme.
Il film mostra quante cose ci sono ancora tra loro, basterebbe pochissimo perché tornassero ad amarsi. Per questo considero il titolo Dopo l’amore non corretto perché l’amore non è finito. Trovo che sia molto meglio L’économie du couple che insiste sull’aspetto economico, economia in greco è gestione della casa ed è questo quello che conta. Il denaro è una cosa su cui si può litigare, non è il vero motivo per cui Boris e Marie non riescono più ad amarsi, perché dietro c’è il riconoscimento. Una buona contabilità è anche alla base di una grande storia d’amore.
Cosa pensa che lo spettatore dovrebbe trovare nel film?
Mi piace il fatto che gli spettatori dopo il film mi parlino delle loro vite. Faccio cinema per questo. Il più bel complimento per me è la reazione che il film ha suscitato in chi l’ha visto.
In sala dal 25 al 27 novembre con Lucky Red, il documentario di Kaku Arakawa svela il dietro le quinte della creazione de 'Il ragazzo e l'airone". Un regalo ai fan del maestro dell'animazione giapponese
Basato sul romanzo bestseller di Gregory Maguire, è al cinema uno dei musical più amati di sempre
Intervista a Arianna Craviotto, Gigi & Ross e Sissi. Il film d'animazione è dal d22 novembre su Netflix
Intervista a Leo Gullotta e Mimmo Verdesca. Il film in sala dal 5 dicembre con 01 Distribution