BERLINO – Nonostante l’esplosione della Primavera Araba e le rivolte scoppiate in molti angoli del pianeta, c’è ancora una porzione del Nord Africa che sembra refrattaria alla visibilità, malgrado sia intrappolata da decenni in una catastrofica impasse politica che sta annichilendo il misconosciuto popolo Sahrawi. Ed è sorprendente che a farci scoprire questa porzione di mondo, dimenticata dai media e – soprattutto – dai diritti umani più basilari, sia un divo come Javier Bardem, che ormai da anni è attivamente impegnato nella causa del popolo del deserto. Il premio Oscar marito di Penelope Cruz, sta “mettendo la faccia” in ogni occasione possibile per questa causa: ora anche nel documentario Hijos de las nubes Sons of the Clouds, diretto da Alvaro Longoria. I Sahrawi sono “figli delle nubi” perché sono storicamente un popolo nomade, che segue le nuvole del deserto per trovarsi al posto giusto quando dal cielo cade qualche goccia d’acqua. Migliaia di persone abbandonate nel limbo di un conflitto politico di cui sono vittime innocenti, che vivono esiliate e senza la possibilità di pianificare un futuro, senza assistenza sanitaria né lavoro, impossibilitati a fare qualsiasi cosa. Il loro destino di ex-colonia spagnola è stato segnato dall’aggressivo intervento del “Big Marocco” di re Hassan II, che ha approfittato della decolonizzazione europea per “allargarsi” in quella parte del Sahara Occidentale che sosteneva appartenere “naturalmente” al suo paese. Incitò 300mila marocchini a spostarsi in quello spicchio di terra, facendo diventare i Sahrawi quasi degli ospiti indesiderati. Ma il problema politico per cui Javier Bardem sta usando tutta la voce e la visibilità che gli è concessa è molto più ampio, perché di mezzo ci sono gli interessi economici e strategici di altri paesi come Usa, Spagna e Francia – e l’impotenza (o la distrazione?) dell’Onu. I Sahrawi, a cui nel 2000 è stato concesso dall’Onu l’uso di un referendum per decidere l’autodeterminazione del popolo e l’indipendenza dal Marocco, stanno ancora aspettando di votare, sotto il giogo di una nazione che non è la loro o nei campi profughi algerini.
La stella spagnola di Mare Dentro e Biutiful è venuta a conoscenza di questo dramma umanitario nel 2008, quando visitò il campo profughi in occasione del Sahara Film Festival. Da allora ha fatto sua la causa dei Sahrawi, fino ad arringare le piazze con appelli per il rispetto dei loro diritti, e persino a intervenire alla IV commissione delle Nazioni Unite. In questi giorni, la sua lotta politica e il suo impegno sociale passano per il Festival di Berlino, dove Sons of the Clouds, di cui è anche produttore, viene mostrato in Berlinale Special.
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