James Ivory ha presentato fuori concorso The City of Your
Destination, il film tratto dal romanzo di Peter Cameron “Quella sera dorata”, che ha diretto tra Uruguay e Argentina chiamando a interpretarlo l’antico complice Anthony Hopkins a quasi dieci anni da Surviving Picasso oltre a Laura Linney, Hiroyuki Sanada, Charlotte Gainsbourg, Alexandra Maria Lara e Norma Aleandro. 24° film scritto dal “più europeo dei registi americani” con la fedelissima Ruth Prawer Jhabvala, racconta una sorta di viaggio iniziatico attraverso la storia di Omar Razaghi, un 28enne di origini iraniane, che ha avuto una borsa di studio dalla sua Università in Colorado per scrivere la biografia di Jules Gund, uno scrittore latinoamericano morto suicida dopo aver scritto un unico romanzo di grande successo. La Fondazione intitolata allo scrittore inspiegabilmente rifiuta l’autorizzazione e così la fidanzata di Omar lo consiglia di andare in Uruguay per cercare di convincere i familiari a cambiare idea, ma gli eredi sono persone piuttosto strane. La vedova (Laura Linney), l’ultima amante di Gund (Charlotte Gainsbourg), il fratello dello scrittore (Anthony Hopkins) e il suo compagno (Hiroyuki Sanada) vivono tutti insieme, ignorandosi, in una grande tenuta e non gradiscono la presenza di un estraneo nella loro vita privata. Omar dovrà riuscire a farsi accettare e indagando sulla vita del defunto cercherà di decifrarne i risvolti meno noti e le relazioni con le persone che conoscerà da vicino, finendo col comprendere più cose di sé e della vita.
Ivory è arrivato al Festival con la sua attrice Alexandra Maria Lara e con l’autore delle musiche Jorge Drexler, spiegando di essere stato affascinato dall’idea di girare un film in Sudamerica dove non era mai andato. “Mi sono appassionato al romanzo dopo aver letto una recensione sul New York Times, mi sono piaciuti la storia e i
personaggi così ben costruiti e caratterizzati, pensando subito ad Anthony Hopkins per il ruolo del fratello omosessuale anarchico mentre ho avuto molte difficoltà per i ruoli femminili perché nessuna attrice voleva
interpretare la parte sgradevole di una vera e propria stronza”. La ritenevano una donna poco attraente, un personaggio difficile e quando Laura Linney ha accettato, mi è venuta voglia di ringraziare il Signore”.
A proposito della collaborazione con Drexler il regista ha rivelato di averlo voluto conoscere dopo aver apprezzato il suo lavoro nei Diari della motocicletta e il musicista ha spiegato che “essendo nato in Uruguay in una famiglia di ebrei tedeschi ho cercato di trovare il suono giusto delle origini e l’essenza melodica del paesaggio del mio Paese dove la chitarra ha un ruolo fondamentale”. Ivory ha quindi ribadito la sua curiosità cosmopolita (“sono sempre uno straniero, un outsider, per me è naturale seguire questa linea”) ma anche la sua passione di sempre per l’Italia e la cultura italiana (“pochi sanno che il mio primo film girato nel vostro Paese non è stato Camera con vista, che è del 1986, ma il mio primo lavoro in assoluto nel cinema che risale al 1957, un documentario girato a Venezia dopo una lunga permanenza intitolato Venice: Themes and Variations).
Intanto l’81enne e vitalissimo Ivory sta preparando ben due film: uno tratto da Shakespeare su Riccardo II, probabilmente con Jude Law, e Gilead, dall’omonimo libro di Marilyn Robertson. Alexandra Maria Lara, già presente al Festival di Roma due anni fa con Youth without Youth di Francis Ford Coppola, si è detta entusiasta di essere stata contattata da Ivory e di avere comunicato la prima volta tramite Skype con lui che si trovava a New York mentre lei era a Bucapest. “Contrariamente a quello che pensavo, Jim non sapeva del mio film con Coppola, mi aveva cercato perché gli avevano parlato bene di me a Londra e io pur di recitare con lui sono stata disposta anche a fare il personaggio di una stronza, per quanto continui a credere che la donna che interpreto non lo sia affatto”.
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