Il Premio Italia Cinema al nuovo cinema argentino, quest’anno alla 2a edizione dopo il debutto a Venezia, è stato assegnato a due giovani registi che curiosamente hanno in comune l’origine italiana.
Enrique Bellande ha realizzato il documentario Ciudad de Maria (Città di Maria), un grosso lavoro preparato nell’arco di 4 anni che ruota attorno alla figura di Gladys Motta, una signora di San Nicolàs che sembra veda la Madonna. La cittadina, dopo aver subito una grave crisi del tenore di vita in seguito alla chiusura dell’industria metallurgica locale, fonte di lavoro per gran parte della popolazione, ha subito adottato la signora come tramite per le preghiere alla Vergine. Nel giro di pochi anni la casa di Gladys è diventata meta di pellegrinaggio da parte di persone provenienti da tutto il Paese.
“Fra di loro – dice Bellande – ci sono ragazzi cattolici che esprimono una grande gioia, ma ci sono anche persone che si mettono in viaggio perché sono completamente disperate. Questa mescolanza è interessante. Ma in Argentina più che con il silenzio ci si esprime con tamburi e canti: è la nostra vitalità”. Molti hanno cercato di risollevarsi dalla povertà iniziando varie attività di commercio, e nel frattempo è cominciata la costruzione di un santuario per accogliere i gruppi di preghiera.
Enrique si è laureato presso la Universidad del Cine di Buenos Aires: “Una scuola che da quando è stata aperta, nel 1991, ha cambiato il modo di fare cinema in Argentina. Tutti i nuovi registi provengono da lì. Oltre che per gli insegnamenti è importante perché ci ha aiutati a formare un affiatato gruppo di lavoro composto da amici, a tal punto che spesso ognuno di noi partecipa come montatore, operatore o fonico alle opere firmate dai colleghi”.
È stato premiato anche un divertente cortometraggio, La sombra (L’ombra) di Nicolás Tuozzo che ha saputo fare un’intelligente riflessione sulla lotta per la sopravvivenza (due uomini in mezzo al deserto si contendono l’ombra di un esile albero) e le conseguenze che i conflitti umani hanno sull’equilibrio della natura.
Tozzo, che ha frequentato a Londra un corso tecnico di cinematografia tenuto da Terry Gilliam, ha ora in progetto di debuttare nel campo del lungometraggio: “E’ la storia di alcuni ferrovieri e dei problemi che hanno avuto quando le ferrovie argentine, che erano tra le più estese al mondo, sono passate da pubbliche a private. Molti sono stati licenziati, alcune linee sono state soppresse e a ricordarle rimangono nei piccoli centri delle stazioni desolatamente abbandonate”.
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