Musei e siti archeologici sempre più affollati, mentre riprende la spesa per il cinema, il teatro, i concerti, fatta esclusione per la musica classica. Nel 2016, registra l’Istat nell’annuario statistico, prosegue in Italia l’aumento della partecipazione culturale, che raggiunge quasi il livello massimo registrato nell’ultimo decennio. Ma nella fotografia del Belpaese restano comunque, insieme alle luci, diverse ombre. Guardando ad esempio all’editoria, dove la quota di lettori riprende a diminuire, anche se più per i quotidiani (-3,2 punti percentuali) che per i libri (-1,5 punti percentuali). E tenendo conto soprattutto delle percentuali di ‘non partecipazione’, con il 18,6% degli italiani che nel 2016 non ha svolto nessuna attività culturale, il 67% che non è mai entrato in un museo, il 73,2% che non ha visitato un sito archeologico, quasi l’80% che in 12 mesi non è mai andato a teatro, il 54,7% che non ha letto nemmeno un quotidiano nell’arco di una settimana.
Il cinema si conferma l’intrattenimento vincente: nel 2016 oltre la metà della popolazione al di sopra dei 6 anni (52,2%) è stato almeno una volta a vedere un film, contro il 21% per cento della popolazione che ha frequentato almeno un concerto (per la musica classica la percentuale scende all’8%), il 20% che è andato al teatro e oltre il 25% che ha assistito ad un evento sportivo. Ma se guardare la tv è in assoluto l’attività ricreativa che coinvolge di più gli italiani (il 92,2% degli italiani la guarda e tra questi l’86,7% lo fa tutti i giorni) l’abitudine alla lettura dei quotidiani coinvolge meno della metà della popolazione (43,9% li legge almeno una volta alla settimana). Cresce l’uso del computer ma soprattutto il ricorso alla rete che nel 2016 è aumentato del 2,9% rispetto al 2015. In questo caso, segnalano dall’Istat, continuano ad aumentare i lettori forti (sia tra le donne sia tra gli uomini) con le persone che dichiarano di usare la rete tutti i giorni, che passano dal 40,3% del 2015 al 44,6% del 2016. In parallelo diminuiscono coloro che dichiarano di non aver mai usato Internet: da 38,0 a 34,9.
Complessivamente la spesa degli italiani per cultura e tempo libero rimane stabile, pari a poco meno del 7% dell’insieme dei consumi. Musei e siti archeologici statali, – complici forse le promozioni e le campagne pubblicitarie lanciate dal Mibact – sono in ascesa, con 43 milioni di visitatori nel 2015 contro i 41 del 2014. Nel 2016 – registra l’Istat – il 31% degli italiani con più di 6 anni ha detto di aver visitato nell’arco dell’anno almeno un museo. Una percentuale che si abbassa un po’ per siti archeologici e monumenti (25%). E che vede in testa ragazzini (11-17 anni) e giovani (18-19 anni).
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