La spesa destinata dalle famiglie italiane alla cultura e al tempo libero rimane, in percentuale su quella complessiva per consumi, pressoché invariata, pari a poco meno del 7%. Lo afferma l’Annuario 2017 dell’Istat facendo riferimento al 2015, anno nel quale il valore complessivo della spesa per la ricreazione e la cultura ammontava a 67.020 milioni di euro, con un incremento rispetto all’anno precedente di quasi il 4% ma con la percentuale sulla spesa totale delle famiglie pressoché invariata, al 6,6% rispetto al 6,5% del 2014. Sullo sfondo di questo dato, l’Istat riferisce che nel 2016 gli istituti museali statali hanno registrato oltre 45,5 milioni di presenze, con un incremento del 5% circa. Più del 60% delle visite ha riguardato strutture del Centro, concentrate in particolare nel Lazio e in Toscana.
In Italia, il 18,6% della popolazione non svolge nessuna attività culturale, per quanto semplice e occasionale, dato pressoché invariato rispetto al 2015. Quanto basta perché la partecipazione culturale, pur non crescendo, sfiori il massimo del decennio. A dare un particolare contributo sono, in ordine di importanza, l’afflusso al cinema e a concerti di musica diversa da quella classica e le visite a musei, mostre, siti archeologici e monumenti. Ma il luogo, il media, la ‘fonte’ (di svago, informazione e cultura) preferita dagli italiani resta comunque la tv. Tra tutti i tipi di intrattenimento fuori casa considerati il cinema è dunque quello che attira il maggiore numero di persone interessando, nel 2016, più della metà della popolazione di 6 anni e più: il 52,2%.
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