Isabelle Huppert e l’omaggio a Taviani

L'attrice francese è alla Festa del Cinema per incontrare il pubblico e ricevere un premio alla carriera


Viene consegnato alla Festa del Cinema di Roma – nientemeno che dalle mani di Toni Servillo – il premio alla Carriera a Isabelle Huppert, protagonista anche di un incontro con il pubblico. Si parla del suo lavoro e della sua onorata carriera, con particolare accenno alle sue esperienze in Italia con Bellocchio, Ferreri e i Taviani, al teatro alla recente esperienza nella serie tv The Romanoffs, creata da Matthew Weiner, la mente dietro a Mad Men, e prodotta da Amazon. Si inizia proprio da quest’ultima che l’attrice definisce “di sorprendente spessore per una serie televisiva. Interpreto una regista piuttosto nervosa. E’ una serie antologica quindi posso parlare solo per il mio episodio, non avendo visto gli altri”.

Poi prosegue parlando di cinema e teatro: “Il teatro è solitamente più stressante – dice – ma in verità non trovo particolari difficoltà nel passare da un media all’altro, se dovessi dare una risposta più precisa sarebbe inventata. Sono soddisfatta del mio percorso su entrambi i fronti. Le difficoltà nel cinema sono spesso risolte proprio dalla regia, io ho avuto sempre la fortuna di lavorare con grandissimi registi, non ho mai paura. Arriva un momento in cui tutto si risolve da sé mentre lo stai facendo. La risposta arriva direttamente mentre stai facendo le cose. La complessità del cinema mi offre anzi grandi soddisfazioni, bisogna comprenderla. Non si fa mai la stessa cosa e mi affascina il non sapere mai esattamente come lo spettatore la prenderà. Il cinema nasce come puro intrattenimento, ma poi negli anni è diventato sempre più profondo, acquisendo valenza politica, ponendo interrogativi sulla vita. E’ decisamente diventato qualcosa di più, una finestra sul mondo”.

Huppert dichiara di non sentirsi legata ad alcun personaggio in particolare: “Sono allo stesso tempo vicina e lontana da tutti i personaggi che interpreto. Non li ho mai realmente incontrati e le cose che succedono a me non sono le stesse che succedono a loro, però gli sono vicina a livello intimo e segreto. Non sono mai io eppure c’è sempre qualcosa di me, che serve per far passare l’autenticità. Non dico mai che un ruolo che interpreto è il mio opposto perché non può essere: non è me stessa ma è qualcosa di me. Ci sono due diverse categorie di personaggi per un’attrice, diciamo. Quelli che sono vicini alla propria espressione quotidiana e quelli che rappresentano una fantasia. Ma nell’interpretare l’una o l’altra categoria, cambia poco”.

Ammette però che Elle di Verhoeven ha rappresentato per lei “un momento molto forte. Così come La Pianista, ma per me anche i film meno noti sono importanti. Devo dire che non c’è nessun film di cui mi sono pentita, non ho mai avuto questa sensazione. Ad ogni modo, se anche un giorno l’avessi, sarei d’accordo con Hitchcock, che diceva ‘sono solo film’. Puoi fare un errore a interpretarne uno ma non è una cosa poi così grave. I film che invece non ho mai fatto per me esistono, sono da qualche parte tra le stelle ma ci sono. Recitare è sempre un confronto con sé stessi, anzi per molti attori è un modo per farlo. Una necessità, proprio perché magari ne hanno paura. In questo seguo Truffaut. Diceva che un film è come un treno, e una volta che è partito, bisogna seguirne il viaggio in maniera naturale, osservando il paesaggio che scorre”.

Infine l’omaggio all’Italia e in particolare a Vittorio Taviani, scomparso da poco per il quale Huppert, che con i due fratelli aveva girato Le affinità elettive, prova a parlare italiano: “Sono contentissima di essere qui, all’Italia sono legata per via dei miei lavori con tanti bravi registi. Ne avete tanti: Bellocchio, Bolognini, Ferreri. All’Italia associamo un’idea di bellezza legata alla luce e ai paesaggi. Per quanto riguarda i Taviani non posso che ricordare la loro intelligenza, la dolcezza, la generosità e l’umanità. Girammo in Toscana. Era tutto naturale e non sembrava di lavorare con due teste separate”.

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20 Ottobre 2018

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