Isabella Rossellini: “L’eredità da mamma e papà: il senso della sperimentazione”

La carriera di modella, attrice e regista, per i cortometraggi cominciata grazie a Robert Redford. Il Cinema Muto come ispirazione e il senso ultimo di ricevere un Premio alla Carriera


Isabella Rossellini è l’ospite d’onore della Festa del Cinema di Roma 2023, occasione per una retrospettiva, un documentario dedicato a lei, di Marin Lacombe, A Season With Isabella Rossellini, e il Premio alla Carriera.

La sua, banale scriverlo, ma è una realtà a cui non si può sfuggire, è stata una nascita pesante: papà Roberto Rossellini, mamma Ingrid Bergman, ma “quello che è stato meraviglioso sono state le persone, cioè loro due, i miei genitori: sono stati meravigliosi. Come molti, da giovane soprattutto, volevo meritarmi le cose e il successo di modella mi ha dato il coraggio di fare l’attrice, forse è stata una scelta saggia cominciare così. Sono solo contenta della mia famiglia, infatti nella retrospettiva presento anche Stromboli e Suonata d’autunno: il primo mostra un’Italia cambiata, era un’isola primitiva e ora è un luogo di vacanza, e poi da etologa mi colpisce la scena della tonnara, quando oggi il tonno è in via di estinzione, così mi impressiona come in una sola generazione sia cambiata l’Italia anche per l’impatto sull’ambiente. L’ultimo film di mamma, invece, in cui ha un ruolo di pianista di grande successo, l’ho scelto perché lei, da attrice di successo e madre di 4 figli, si è rifiutata dapprima di fare la scena in cui si sarebbe visto il primo piano della sua presa di coscienza nell’aver trascurato la famiglia; hanno litigato col maestro Bergman, non hanno cambiato la scena ma sul viso di mia mamma, nel suo non aver parlato, c’è la rabbia di aver ancora una volta dovuto rimettersi; così si dimostra come l’attore possa anche esprimere e aggiungere ancora di più a un ruolo”. Comunque, “sicuramente mamma e papà mi hanno influenzata, sono figlia di Roberto per la regia, forse da qui il mio senso della sperimentazione, lui lo è stato col Neorealismo, diventata solo poi una corrente: lui aveva sempre voglia di fare altre cose, ulteriori. Così era mamma, che da grande attrice a Hollywood scrisse a un regista italiano per fare un film con lui, un’altra dimensione. Si tratta di giocare e essere guidati dalla curiosità. Però, ho fatto sempre quello che volevo ma avrei dovuto farlo di più, come cominciare prima la regia. La cosa di cui forse sono più fiera è stata tornare all’università a 50 anni” per il master in Etologia.

Rossellini, recente protagonista de La chimera di Alice Rohrwacher e lei stessa regista, a questo proposito racconta della sua prolifica produzione di cortometraggi, cominciati a fare “nel 2008, incoraggiata da Robert Redford: è stato lui a suggerirmi il format di YouTube, con cui si distrugge il format industriale. Ho vissuto tutta la mia vita in America e gli americani sono abbastanza chiusi con gli attori stranieri ma avevano famigliarizzato con la mia faccia di modella e così con me attrice. I corti li avevo fatti per il Sundance, poi sono stati distribuiti in Francia, ma in Italia non ho mai trovato un interesse, forse anche per la difficoltà del format. Io sono intimidita dalla tecnologia, il Cinema Muto mi ha influenzata, e considero maestri Méliès, Chaplin, anche se forse lui è davvero troppo grande”.

Da qui Rossellini s’addentra nel tema del ruolo delle donne al cinema, che “sta cambiando, con sempre più storie al femminile, e mi sembra che le donne raccontino più storie inclusive della famiglia. Mentre gli uomini stanno più sul rapporto d’amore uomo e donna. Anche il film di Alice ha un primo livello con la storia dei tombaroli ma il secondo poetico e più vero, in cui c’è la presenza della vita passata, delle anime, della cultura. Una continuità con la famiglia, propria dello sguardo femminile”.

E, da attrice, Isabella Rossellini racconta che oggi “i ruoli si scelgono come a 30 anni, si scelgono per il regista, il direttore d’orchestra del film: il copione è un’indicazione, per mio padre non c’era nemmeno, è la combinazione delle cose a far scegliere. Quando ho letto il copione di Alice, per esempio, le ho detto mi sembrasse un film sulla morte, e lei mi ha risposto ‘no, sull’aldilà’ e questo mi ha illuminata”.

Una luce che metaforicamente si può connettere anche al senso della bellezza, per cui per lei bisognerebbe anzitutto “definire cosa sia la bellezza. Ho sempre avuto una passione per la moda, ho studiato all’Accademia di Costume e Moda a Roma, e mi piace il concetto del trasformarsi, così accade che look del personaggio ne determini la psicologia”.

Isabella Rossellini protagonista della Festa anche per il conferimento del Premio alla Carriera, una sintesi tra la celebrazione del percorso fino a questo momento e una riflessione sul futuro. “Una guarda sempre in maniera speranzosa a quel che vuol fare ma ho 71 anni e bisogna essere realisti. È stato Gianluca Farinelli a restaurare tantissimi film di mio padre, e mi onora del Premio che arrivi da Roma e proprio da lui”.

 

 

 

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20 Ottobre 2023

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