La poliedrica Isabella Rossellini, da Arbore al master in Etologia

Marian Lacombe presenta il documentario d'ingresso all’omaggio all’artista, che riceverà il Premio alla Carriera: 'A Season With Isabella Rossellini'


“Lei vive nel momento presente e mi ha detto che questa è una cosa imparata da suo padre, ovvero il non attendere che le cose accadano ma adoperarsi perché sia così. È tornata al college a 50 anni per un master in Etologia, perché la carriera di attrice era rallentata e non voleva potesse fermarla. È una persona in continuo movimento perché sempre curiosa di tutto e di tutti”, così la regista Marian Lacombe – presentata dal presidente della Fondazione Cinema per Roma, Gianluca Farinelli – racconta la sua Isabella Rossellini, protagonista di un documentario girato ai poli del mondo, da Bellport, Long Island – dove dieci anni fa ha dato vita alla Mama Farm – fino alla Toscana aretina della Fondazione Santa Maddalena dove c’è una residenza per scrittori, passando con malinconia e rinnovato stupore nella sua Roma, città in cui è anche nata.

A Season With Isabella Rossellini – sempre nella parole di Farinelli – è “il documentario d’ingresso all’omaggio a Isabella, che nei prossimi giorni farà una lezione e lì riceverà il Premio alla Carriera, consegnato da Renzo Arbore, che considera il suo maestro, e da Alice Rohrwacher, ultima regista che l’ha diretta”.

Lacombe – grande documentarista che ha lavorato facendo ritratti di grandi artisti, sempre con attenzione verso i temi ambientali, per cui è buffo come questo documentario sia arrivato a Roma senza che lei sapesse che si stesse organizzando un omaggio a Isabella Rossellini – combina il ritratto dell’artista e il tema ecologico, raccontando: “conobbi Isabella perché mia sorella Brigitte è una fotografa; per molti anni ha fatto ritratti di Isabella. L’avevo incontrata a Parigi, quando era al Museo d’Orsay per un monologo, che era parte di una mostra più ampia. Sapevo sarebbe poi andata a fare delle prove in un teatro vicino a Nizza, dove io abito, così le ho chiesto se potessi andare a guardarla. È stato per me bello e importante guardarla come cercava il personaggio e come lei si muovesse, come se io non fossi presente in sala”, sequenze tutte che si possono guardare nel film.

Per la regista “è stato molto bello perché l’ho vista impegnata in tantissimi campi, dal cinema alla cucina, e abbiamo cominciato a parlare dei temi di suo interesse, così ho notato quanto fosse poliedrica, come ne La chimera di Alice Rohrwacher. Quindi, abbiamo avuto modo di seguirla, improvvisando tutto: lei è incredibilmente divertente e ama condividere i progetti; l’ho seguita anche in Italia, mi ha fatto incontrare Renzo Arbore e poi ho visitato la sua fattoria negli Stati Uniti. Isabella ha profondamente a cuore questioni essenziali, si impegna in maniera convincente ma anche con senso dell’umorismo e tocco leggero”.

Lei, Isabella Rossellini, è protagonista di un film che la racconta soprattutto con un taglio sul presente, prendendo a spunto qualche cenno di ricordo del passato – come, immancabilmente, quello di mamma e papà, Roberto Rossellini e Ingrid Bergman; oppure l’operazione subita a 13 anni alla colonna vertebrale per una malformazione; oppure, ancora, l’esperienza da inviata da New York che ebbe l’opportunità di vivere con L’altra domenica – tutto, però, sempre volano per narrare il suo tempo più attuale, quello appunto del progetto della fattoria ma anche il ritorno in Lancôme, dopo essere stata testimonial fino ai 42 anni, età per cui un executive di allora dell’azienda cosmetica l’aveva reputata anagraficamente inadatta “…perché le donne cercano un sogno e il sogno è nella giovinezza”. Lei adesso è diventata portavoce del marchio, ma la vita di modella è solo una delle molte di Isabella Rossellini, che – non si può non intercettare – si riconosce tanto piena di impegni quanto fondamentalmente sola: fa una riflessione delicata sulla solitudine, soprattutto quella determinata dalla professione dell’attore, spesso molto in giro per il mondo, ma fondamentalmente sempre da solo.

Per lei, tra le tante vite che vive, c’è anche quella artisticamente meno celebrata di regista, soprattutto di cortometraggi a tematica ecologica, come lo spassosissimo e sofisticato Green Porn, di cui nel doc di Marian Lacombe si può conoscere e approfondire la genesi e lo sviluppo. E, proprio della Rossellini regista, la regista francese – stimolata sul tema da Farinelli – la racconta come “incredibilmente creativa: disegna gli abiti, gli storyboard, realizza sempre qualcosa che non ti aspetti, sa quello che sta facendo e non copia assolutamente nessuno”.

“Io, lavorando all’omaggio a Isabella Rossellini, mi sono nuovamente innamorato di lei, impossibile non farlo”, conclude il Presidente.

Festa del Cinema di Roma 2023

 

 

Nicole Bianchi
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