Su 8½ Numeri, visioni e prospettive del cinema italiano di luglio, in questi giorni in libreria, l’attrice Isabella Ferrari spara sulla critica: “Ci sono critici decisamente conformisti in Italia, che stroncano un cinema che rischia, salvando poi con benevolenza sospetta film mediocri che hanno il solo merito di non osare e quindi non dare fastidio a nessuno. In alcuni casi siamo in presenza di sfondatori di porte aperte, feticisti del trash che vivono nel web e affossano qualsiasi film che abbia un pensiero dietro, forse perché non arrivano a capirlo”.
È una delle interessanti testimonianze raccolte nello speciale sulla critica ai tempi di Tripadvisor. La rivista diretta da Gianni Canova si interroga questo mese sul nuovo modo di rapportarsi a un film nell’era di facebook e twitter. Ad analizzare il tema troviamo l’antropologo Marino Niola, il docente di filmologia Flavio De Bernardinis, i critici Silvio Danese e Luca Pellegrini, che si chiedono se le stellette abbiano o meno un senso, e Johnny Palomba con le sue divertenti “recinzioni”.
Ma sono soprattutto le parole di chi il cinema lo fa a colpire: scopriamo così che tutti leggono le recensioni, ma nessuno le ama. Oltre a Isabella Ferrari, intervengono Sergio Rubini, Giorgio Colangeli, Pupi Avati, Carlo Verdone, Enrico Vanzina, i produttori Francesca Cima e Carlo Cresto-Dina e i distributori Vieri Razzini e Valerio De Paolis.
La sezione Innovazioni è dedicata questo mese al 3D italiano, con articoli di approfondimento e interventi di Iginio Straff, Manetti Bros, Laura Bispuri, Zapruder, Claudio Insegno, Fausto Brizzi e un’intervista a Dario Argento che svela i segreti del suo Dracula 3D. Per il creatore delle Winx: “Spesso i film venduti come 3D non lo sono davvero, presentando solo una serie di livelli sovrapposti che danno una spiacevole sensazione di falso”, mentre Fausto Brizzi vorrebbe vedere in stereoscopia Mary Poppins.
Punti di vista: il critico Aldo Grasso esprime la sua perplessità sui finali dei film italiani, sono molte opere che lasciano l’amaro in bocca per come chiudono. Giorgio Diritti (L’uomo che verrà, Un giorno devi andare) lancia un curioso parallelo tra l’industria cinematografica e quella alimentare: “Il cibo-film deve avere la forza di distinguersi da quello della mensa della fabbrica o dell’ufficio. E’ questo l’ingrediente per la rinascita”. Giuseppe Piccioni (Il rosso e il blu) affida alle pagine di 8½ il suo divertente diario dal Festival di Tokyo.
‘Numeri’, a cura della DG Cinema e di ANICA, si concentra sul cinema in tv e approfondisce temi quali le quote di programmazione e di investimento, mentre a rispondere alla consueta domanda ‘Cosa mi piace del cinema italiano?’ è Christoph Groner, che dal 2008 seleziona film italiani per il Festival di Monaco di Baviera.
La sezione Cinema Espanso si concentra sull’Italian Newbrow, nuovo modo di fare arte ibridando le suggestioni dell’immaginario di massa, dal fumetto all’illustrazione, passando per i videogame e il cinema.
Nel Mondo tornano i grandi maestri del nostro cinema: mentre Ettore Scola sta ultimando il montaggio del suo Che strano chiamarsi Federico, personale omaggio a Fellini e rievocazione del loro rapporto strettissimo, il festival Moviemov dedica all’autore di C’eravamo tanto amati una personale a Bangkok dal 24 al 28 luglio.
Il Focus è dedicato alla Svizzera con un saggio di Frédéric Maire, ex direttore del Festival di Locarno e attuale direttore della Cinématheque Suisse, mentre la sezione Geografie entra nei meandri della Roma di Sorrentino con un’intervista alla scenografa e al location manager de La grande bellezza.
Ruocco è scrittore, giornalista, attore, documentarista, organizzatore di eventi. Dal 2012 fa parte dello staff organizzativo del Fantafestival e dal 2020 è parte del comitato editoriale di Heroes International Film Festival
Raccontare il cinema italiano attraverso le voci dei produttori. E’ l’idea che guida “Champagne e cambiali”, il volume di Domenico Monetti e Luca Pallanch, uscito in questi giorni in libreria con Minimum Fax in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia
L'autore Gianfranco Tomei insegna Psicologia Generale, Sociale e della Comunicazione presso la Sapienza di Roma. E' esperto di linguaggi audiovisivi e multimedialità e autore di romanzi, cortometraggi e documentari
Il termine ‘audiodescrizione’ non è ancora registrato nei vocabolari e nelle enciclopedie. Nell’editor di testo di un computer viene sottolineato in rosso, come un errore. Una parola che non esiste, un mare inesplorato. Di questo e di tanto altro si è parlato alla presentazione del libro di Laura Giordani e Valerio Ailo Baronti dal titolo “Audiodescrizione. Il Signore degli Anelli. La compagnia dell’AD” (edito da Hoppy) che si è tenuta ieri alla Casa del Cinema di Roma