VENEZIA. Hossein Tabataie, fino a poco tempo fa lavorava per una tv iraniana, ora esule in Italia attende nervoso all’aeroporto l’arrivo delle figlie adolescenti, lo vediamo mentre percorre su e giù impaziente e con le lacrime agli occhi nella speranza di rivedere i suoi familiari dopo un lungo e forzato distacco. E’ in queste immagini autentiche il senso del film documentario Out of Tehran, una produzione Rai Cinema e Mediakite, realizzato dalla giornalista e inviata del Tg1 Monica Maggioni per la seconda volta a Venezia, sempre a Controcampo italiano.
L’anno scorso aveva presentato il documentario Ward 54 storia di un reduce americano dell’Iraq, segnato nel profondo dall’esperienza militare come tanti altri veterani. Ora tocca agli esuli iraniani, quattro storie raccontate in Out of Tehran da Abbas professore di economia all’università, Ebrahim blogger, Hussein dipendente di una tv e Narges documentarista. “Pagano con l’esilio l’avere delle idee, la volontà di dire delle cose normali in un paese dove il regime sembra aver persino smesso di fingere la normalità”, afferma la Maggioni che è stata reporter durante il conflitto israelo-palestinese, la guerriglia birmana, la guerra in Afghanistan e in Iraq.
Un atto d’accusa contro il presidente della Repubblica islamica Ahmadinejad da chi è stato costretto con sofferenza ad andarsene e fuggire da un regime che “chiede alla gente di non pensare. E chi pensa è in pericolo”, racconta la giovane documentarista Narges. Lei, figlia di un ex consigliere dell’entourage di Ahmadinejad, non è riuscita a tornare in Iran dopo aver presentato a un festival di Norimberga un suo lavoro sui diritti umani e ora nel corso del documentario ci porta nel cuore di questi suoi connazionali che vivono in diverse città europee con un unico pensiero. Tornare a casa.
“La sera della partenza sapevo che era l’ultima volta che uscivo da casa mia, ma ho cercato di salutare la mia famiglia in modo normale, nonostante la grande tristezza”, ci rivela il professore Abbas, sostenitore di un partito democratico ispirato a Gandhi che vediamo viaggiare attraverso le montagne del Kurdistan per sfuggire a spie e agenti.
E dà i brividi il racconto di Ebrahim: il pestaggio e lo stupro subiti in carcere per mano dei suoi aguzzini, colpevole di scrivere su un blog e di avere delle idee politiche riformiste.
Out of Tehran nasce dalla voglia di Monica Maggioni di portare la narrazione di queste vicende fino in fondo oltre il racconto giornalistico. “Di solito parliamo dell’Iran attraverso le storie dei grandi nomi, qui invece diamo la parola a persone normali che hanno il solo torto di pensare, storie di una dura repressione che tengono l’attenzione puntata sulla realtà in movimento dell’Iran. Una situazione che torna d’attualità solo quando ci sono le grandi manifestazioni di piazza i morti per strada”.
Per il presidente Franco Scaglia, Out of Tehran è la conferma che Rai Cinema lavora molto sui diritti umani e ha una linea virtuosa sui documentari, “anche se ritengo sbagliato il termine documentario, li chiamerei film sulla realtà, riprendendo una definizione data da Alberto Barbera. Insomma una volta tanto si parla bene della Rai”.
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