Il famoso detto: “Hai voluto la bicicletta? Adesso pedali” è lo spunto intorno a cui ruotano 6 episodi, diretti da 7 registi, tutti esordienti, status che permette anche, considerato il tema del precariato generazionale, di affrontare il soggetto di In bici senza sella con la necessaria ironia sdrammatizzante. Il posto fisso pare ancora un passaggio sacro della vita, un po’ per la ricerca di una stabilità, un po’ per non sentir più il “rumore” di fondo del borbottio della famiglia. La generazione dei 30-40enni, comunque sia, è coraggiosa per necessità, autoironica per sopravvivenza, miracolata e trasformista, anche se dopo sei storie e “tanto pedalare” una risposta assoluta non c’è, un meritato riposo non necessariamente, un nuovo inizio non sempre. Forse questa è una generazione il cui patrimonio genetico è stato “programmato” per essere sempre pronto a continuare a pedalare? Seppur la tematica sia ricorrente, dal dibattito sociale al piccolo e grande schermo, qui però non è scontata, ha cercato una lettura, sì realistica, con una costruzione che non si crogiola nel prevedibile.
Tra gli altri, l’episodio Santo Graal – tra gli interpreti c’è Alberto Di Stasio, già Sergio, il “direttore di produzione” della serie Boris – dal cuore romanesco ma con un’eco di mistero nero e commedia classica, così da riuscire, con questo mélange, a non rendere il soggetto del precariato pedante e banale, ma un tema capace di sortire una produzione creativa non così immaginabile. Ancora, Curriculum Vitae: il famoso pezzo di carta come croce del nuovo millennio, perché sempre “troppo”, poco o tanto, quella piccola variabile tra difetto ed eccesso che dà facile agio al datore di lavoro di turno per trovare la scusa per non pagare equamente: un classico il tema del curriculum, quindi imprescindibile, qui con un Francesco Montanari calzante nel profilo di certi – reali, quando! – giovani manager in carriera e t-shirt – perché più easy, smart, confident, art, account, forward – per cui il 110 e Lode alla laurea è mancanza di originalità e assenza di guizzo creativo.
Tra surrealismo e iperrealismo il film fotografa il presente, senza essere grottesco, senza usare il tono comico per dare una leggerezza al peso della questione, tutt’altro che leggera, ma per far emergere la tragicommedia insita nella questione stessa. Firmano il film: Giovanni Battista Origo, Sole Tonnini sia sola che con Gianluca Mangiasciutti, Matteo Giancaspro, Cristian Iezzi con Chiara De Marchis, Francesco Dafano. In bici senza sella, visto in Alice nella Città, nasce da un’idea di Alessandro Giuggioli. Ha vinto il Best Feature Film al Toronto Indipendent Film Award, è prodotto da Tandem Film e distribuito da Zenit. Esce in sala dal 3 novembre.
Sono 42.191 le persone che hanno partecipato a eventi di Alice, 20.260 i biglietti emessi, 11.031 gli accreditati, 10.900 le presenze tra le proiezioni a ingresso libero e gli eventi
Nei 4 giorni di mercato il Mercato Internazionale dell'audiovisivo ha registrato un incremento generale di più del 6% dei dati numerici: 1500 sono stati i partecipanti, 58 i paesi rappresentati, più di 500 fra produttori e commissioning editors, circa 350 buyers, 130 international sales agent, 42 progetti di film, serie drama e doc and factual. 100 i titoli proposti sul mercato internazionale: con circa 20 anteprime mondiali di mercato e 16 di work in progress in What’s next Italy per un totale di circa 140 market screenings (+ 7%)
In chiusura delle attività del MIA-Mercato internazionale dell’audiovisivo è stata presentata agli operatori del settore la nuova gestione dei Fondi Cinema che è stata affidata a Istituto Luce Cinecittà a partire dal prossimo 1° novembre. Il nuovo soggetto responsabile è stato individuato nell'ambito dell'attività di supporto e complementari al MiBACT, e in conformità con quanto previsto dalla Legge 111/2011 e dall’atto di indirizzo del 17 maggio 2016. Gli interventi di Nicola Borrelli, Roberto Cicutto, Claudio Ranocchi e Francesca Alesi
"Dopo La tigre e la neve ho fatto tante altre cose, ho trasmesso la poesia di Dante usando la mia popolarità, undici anni dopo, sono pronto per fare un nuovo film magari con Tom Hanks, che ha detto di voler lavorare con me, lo considero uno dei più grandi attori di tutti i tempi. Il mio nuovo film sarà di un'allegria sfrenata". Roberto Benigni si concede al pubblico della Festa di Roma, nella giornata di chiusura, in una lunga conversazione con Antonio Monda che tocca tanti temi, compresa la recente visita alla Casa Bianca: "Come si fa a dire no a Obama?"