“Alcuni anni fa, attraverso i nostri viaggi, abbiamo incontrato alcune persone impegnate nella lotta contro la pedofilia e abbiamo appreso della tragica situazione di molte famiglie nel Sud Est asiatico. Ci siamo diretti in Cambogia per vedere con i nostri occhi questa ‘piaga’ e abbiamo incontrato alcuni volontari, e anche alcuni poliziotti, che sono impegnati in una lotta titanica contro il crimine organizzato. I bambini sono sfruttati in tutti i settori malavitosi: dalla schiavitù al traffico di organi. C’è un vasto mercato internazionale per un valore di miliardi di dollari che gira intorno alla prostituzione minorile. I bambini sono violentati, venduti, torturati, uccisi e c’è sempre qualche pervertito pronto a pagare un sacco di soldi per questo”. Nasce chiaramente dal forte impatto emotivo di un’esperienza in prima persona, come ce la racconta Ilaria Borrelli, Talking to the Trees, un film di denuncia che vuole sensibilizzare l’Occidente sull’abominio di un mercato di minorenni rapiti o venduti dalle stesse famiglie per essere usati da turisti che per 3 o 10 dollari possono avere prestazioni sessuali da piccoli di appena 5 anni o poco più, sia femmine che maschi. “I più giovani sono più apprezzati – come si dice nel film – perché è più sicuro che non abbiano ancora contratto l’Aids”. E si scopre che tra i turisti del sesso ci sono, secondo le stime, circa 80mila italiani.
Ilaria Borrelli racconta tutto questo in forma di fiction, e con estrema delicatezza, senza mai indulgere in immagini esplicite ma dandoci tutte le informazioni necessarie a farci una precisa idea di queste pratiche. Lo fa attraverso lo sguardo di Mia, una fotografa italiana che vive a Parigi e che si reca in Cambogia per incontrare il marito Xavier, commerciante francese perennemente in viaggio e piuttosto sfuggente. Ma subito Mia (interpretata dalla stessa regista) scopre la triste verità, seguendo Xavier dentro un bordello nei bassifondi della città. Non esita neanche un attimo a considerare chiuso il suo matrimonio e decide di mettere tutto a repentaglio per salvare alcune bambine riportandole alle famiglie attraverso un viaggio avventuroso e pericoloso attraverso il paese, con poliziotti corrotti e malavitosi alle calcagna. “Seguo da anni le organizzazioni che si occupano di violenza sui minori – racconta ancora Ilaria, già autrice di Mariti in affitto – e in particolare sono stata colpita dalle immagini che il giornalista Nicholas Cristof del ‘New York Times’ ha catturato in Cambogia con una macchina fotografica nascosta. Scrivere per me è l’unico modo per gestire lo shock e il disgusto. Sogno che il mio film raggiunga qualche pedofilo facendogli cambiare idea”.
Talking to the Trees, che prende il titolo dal costume cambogiano di parlare con gli alberi affidando a loro i propri defunti, è coprodotto dalla stessa regista insieme al marito Guido Freddi, e uscirà in sala il 17 novembre con la Stemo Production di Claudio Bucci e la Be Crispy Entertainment in occasione della Giornata Mondiale del Bambino il 20 novembre. Proiettato al Parlamento Europeo di Bruxelles, due volte al Palazzo delle Nazioni Unite come simbolo della giornata mondiale contro lo sfruttamento sessuale minorile, ha vinto il Best Film Award a Los Angeles, il Women’s International Film Festival di Miami e ha ottenuto cinque nomination al Madrid International Film Festival. E’ stato distribuito in Francia in 160 sale. Alla proiezione stampa, stamani alla Casa del Cinema, sono intervenuti Mario Marazziti, presidente della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati oltre a rappresentanti di UNICEF, ECPAT, Terre des Hommes Fondazione Charlemagne oltre che del Ministero degli Esteri.
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