La prima donna italiana andata in orbita era attesa a Roma per presentare il documentario a lei dedicato, Astrosamantha. La donna dei record nello spazio reportage di Gianluca Cerasola realizzato nel corso di 3 anni, in sala solo l’1 e 2 marzo con Officine Ubu. Ma Samantha Cristoforetti è a casa influenzata e senza voce, così la vediamo in ‘collegamento’ skype mentre chatta le risposte. In fondo un po’ ci siamo abituati a vederla e sentirla lontana lei astronauta che detiene, tra le donne europee, il primato di giorni consecutivi di permanenza nello spazio, quasi 200, nell’ambito della seconda missione di più lunga durata dell’Agenzia Spaziale Italiana.
“E’ strano vedersi sul grande schermo, il film mi ha commossa – dice (o meglio scrive) Samantha – L’immagine più bella di questo viaggio? E’ difficile rispondere perché la Terra vista dallo spazio è sempre stata suggestiva per tutto il periodo di permanenza. Direi che nella fase di avvicinamento ho trovato di una bellezza struggente la stazione spaziale”. Non ha mai provato paura. “Neppure alla partenza, durante la fase di accensione, ma una grande emozione sì. I rischi fanno parte del nostro mestiere, come un incidente è l’eventualità di chi guida un’auto. Del resto non vedo l’ora di partecipare a una nuova missione spaziale”.
Non chiedetele, avverte il regista Cerasola, che cosa prova una donna rispetto a un uomo nello spazio. “Samantha si arrabbia se si fa riferimento alla differenza di genere, per lei non esiste perché l’addestramento è identico per entrambi”.
Astrosamantha, candidato ai Nastri d’Argento Doc 2016, ha come voce narrante Giancarlo Giannini che ci accompagna nei tre anni più importanti di Samantha: le diverse fasi di preparazione della missione, il momento del lancio, l’arrivo nello spazio e il ritorno a casa. “Si tratta di un documento straordinario, che racconta la ‘donna’ Samantha e ‘l’astronauta’ Cristoforetti. L’abbiamo seguita attraverso tre continenti fino alla sua partenza verso lo spazio, in orbita – racconta l’autore del film – Ci siamo fatti spiegare le prove che ha dovuto affrontare il suo fisico nelle fasi di preparazione, le difficoltà incontrate e le soddisfazioni ottenute”. E ci vengono spiegate anche cose semplici e forse scontate: come e cosa si mangia, come ci si lava e dove si va in bagno, come si dorme in una stazione orbitale.
Astrosamantha ci porta dapprima nel centro Nasa, presso il Johnson Space Center di Houston (USA) che ospita una delle piscine più grandi della terra dove è ricostruita in scala reale la base spaziale internazionale. Assistiamo alle intense giornate di addestramento che prevedono tra l’altro la simulazione di emergenze da affrontare.
Poi ci spostiamo alla base di preparazione europea EAC di Colonia in Germania, dove si alternano il basic training e i corsi di sopravvivenza, e infine al poco conosciuto centro di Star City a Mosca, con le ultime due settimane di addestramento. “In esclusiva assoluta abbiamo poi seguito Samantha sino alla partenza dal cosmodromo di Baikonur in Kazakistan e, per la prima volta, mostriamo la base militare nel deserto, dove abbiamo scoperto come funzionano la ‘quarantena spaziale’ e l’isolamento”, spiega Cerasola. Ma c’è anche il commovente saluto della famiglia di Samantha prima della partenza.
Il film è disponibile per proiezioni scolastiche a partire dal 3 marzo, per informazioni www.astrosamantha-ilfilm.it
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