‘Il vecchio e il muro’: i pericoli sul lavoro a cui non si pensa

Si pensa sempre a una trave fuori asse o a una caduta da un ponteggio, ma anche l'esposizione prolungata al sole è un pericolo. Ne parla il corto di Antonio Palumbo


In occasione della consegna del Sorriso Diverso Venezia Award è stato presentato all’Hotel Ecxelsior di Venezia Lido, durante la 80ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, il cortometraggio Il vecchio e il muro, diretto dal regista e attore Antonio Palumbo.

Il corto è stato scelto in quanto vincitore assoluto del Festival Tulipani di Seta Nera 2023, promosso da Rai per il sociale. Presenti, tra gli altri, del direttore Rai Pubblica Utilità Giuseppe Sangiovanni, e il direttore di Rai per la Sostenibilità, Roberto Natale.

Per l’Inail, promotrice del cortometraggio, il Dott. Giuseppe Gigante, direttore generale regionale.

“La potenza di questo cortometraggio è evidente – ha detto Claudia Pastorelli, Vicario della Direzione regionale Inail Puglia, che ha sostenuto la realizzazione del film – parlano le immagini, la musica e i silenzi: narrano di malattia, una delle patologie professionali in crescita negli ultimi anni, ma parlano anche e soprattutto di prevenzione. Dalla nostra parte la certezza di aver promosso un progetto ben costruito, ben realizzato e assolutamente innovativo: un modo di parlare di sicurezza sul lavoro instaurando un dialogo diretto con lo spettatore, con i lavoratori. Una strada di successo che continueremo a percorrere.”

Madrina della Cerimonia l’attrice Giovanna Sannino di Mare Fuori. L’evento è stato organizzato da Diego Righini, direttore del Festival Tulipani di Seta Nera.

Nel cortometraggio si racconta la storia di Mimmo (Paolo Sassanelli) detto “Hemingway”, e del murale che lo ritrae dalla parete di un palazzo di edilizia popolare nel periferico quartiere di Bari, Santa Rita. La pelle di Mimmo, ‘bruciata’ e mangiata dal sole a causa di anni di duro lavoro nei cantieri stradali in assenza di misure di protezione adeguate, è allegoria della fatica e della sofferenza alle quali si diventa spesso refrattari quando si lavora sotto il sole, anche in una torrida estate pugliese, a distanza ravvicinata dal bitume rovente che appiattisce le strade.

La simbiosi del protagonista con il murale, in un gioco che richiama ‘Il ritratto di Dorian Gray’, segnerà una sorta di ‘catarsi’ per Mimmo e sarà il campanello d’allarme che lo metterà in guardia da un rischio imminente. Il film nasce come progetto di sensibilizzazione rivolto ai lavoratori sui rischi derivanti dall’esposizione prolungata ai raggi solari, in particolare nella stagione estiva. Attraverso la narrazione, punta ad accrescere la consapevolezza sui rischi per la salute, in particolare sui tumori e le malattie della pelle, derivanti dall’esposizione durante le ore lavorative ai raggi UV. E’ un’iniziativa promossa e co-finanziata da Inail Puglia e Cisl Bari, in partnership con la LILT Bari e Cassa Edile.

“Sono diversi anni che mi occupo – racconta Palumbo – parallelamente alla realizzazione dei miei film, di progetti di promozione e sensibilizzazione sociale. L’opportunità mi permette innanzitutto di raccontare una storia che mi auguro, attraverso le immagini, riesca a far emergere l’importanza di una corretta esposizione ai raggi solari e degli screening di prevenzione. Ho scelto, scrivendo la sceneggiatura insieme a Fabio Fanelli, di ambientare il tutto in una periferia di una grande città del sud, dove le difficoltà e il tenore di vita portano spesso gli abitanti a sottovalutare, per ignoranza e carenza di informazione, determinati problemi. Insieme a una squadra di artisti validissimi, nonché amici di una vita, mi auguro di restituire al pubblico, attraverso le emozioni del protagonista, l’importanza di prestare attenzione alla salute della propria pelle prima che il sole, quell’amico che portiamo dentro e fuori di noi fin dall’infanzia e che rende le nostre terre rigogliose e i nostri mari cristallini, si possa trasformare in un nemico terribile. I temi sociali sono oggi importantissimi, li portano avanti anche molti artisti presenti qui alla Mostra, da Agnieszka Hollanda Garrone, e domineranno anche ai prossimi Oscar”.

All’interno della tematica degli infortuni sul lavoro, è una prospettiva abbastanza originale: “Si pensa sempre a una trave fuori asse o a una caduta da un ponteggio – conferma il regista – ma anche i tumori della pelle dovuti a esposizione prolungata non vanno sottovalutati. Spesso ci si dimentica di proteggersi, anzi, al Sud, avere la ‘pelle da ciuccio’, scura e dura, è una medaglia. Questo lo spiego tramite il rapporto con un operaio di colore, che viene un po’ preso in giro da Hemingway ma che in realtà conosce i rischi proprio perché viene dalla terra del sole per eccellenza. A sua volta, anche Hemingway viene preso un po’ in giro, perché deve essere uno dei pochi ad aver letto un libro in comunità. E però gli riconoscono il valore di simbolo della working class, per questo mettono su il murale, che ha lo scopo di abbellire i muri di periferia ma anche di fare per lui da ‘specchio’ della sua situazione, in un rapporto di realismo magico”.

Sassanelli è un esperto di recitazione veloce e cortometraggi: “E’ un amico – racconta ancora Palumbo – e ci corteggiavamo da tempo ma non avevamo mai avuto il piacere di lavorare insieme. L’ho cooptato mentre stava lavorando a Il maresciallo Fenoglio qui in Puglia e abbiamo collaborato meravigliosamente, in maniera rapida ed efficace. Ci voleva più tempo a mettergli la barba finta che a recitare le sue scene, tanto che alla fine mi ha chiesto ‘ma non è che ci siamo persi qualcosa?’. E’ un attore incredibile che entra completamente nei personaggi curando tutto, dal corpo alla voce. D’altro canto anche io mi preparo molto, dalle luci alle inquadrature, quindi è stato tutto piuttosto facile”.

E del murale cosa ne è stato?

“C’è ancora – conclude l’autore – la gente ci si fa i selfie. E’ un monito e un altro elemento che contribuisce a rendere la storia raccontata duratura”.

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08 Settembre 2023

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