‘Il treno va a Mosca’ ma passa per l’Italia

Dopo la calorosa accoglienza all’ultimo Festival di Torino e dopo l'anteprima del 1°maggio a Bologna, dal 7 maggio il documentario di Ferrone&Manzolini, distribuito da Luce Cinecittà, comincia il tour


Dopo la calorosa accoglienza all’ultimo Festival di Torino e dopo l’anteprima del 1° maggio a Bologna, dal 7 maggio Il treno va a Mosca di Federico Ferrone e Michele Manzolini, distribuito da Istituto Luce Cinecittà comincia il tour nelle sale e arriverà nelle prossime settimane in numerose città (leggi elenco proiezioni).
Il treno va a Mosca racconta la fine di un mondo attraverso lo sguardo e i filmati 8mm del barbiere comunista Sauro Ravaglia. E’ il 1957 ad Alfonsine, uno dei tanti paesini della Romagna “rossa” distrutti dalla guerra. Sauro e i suoi amici sognano un mondo di pace, fratellanza, uguaglianza: sognano l’Unione Sovietica. Arriva l’occasione di una vita: visitare Mosca durante il Festival mondiale della gioventù socialista. Sauro e compagni si armano di cinepresa per filmare il grande viaggio. ma cosa succede quando si parte per filmare l’utopia e ci si trova di fronte la realtà?

Il film  è una produzione Kiné (Italia) in collaborazione con Vezfilm (Regno Unito), Apapaja e Home Movies-Archivio nazionale del film di famiglia; prodotto da Claudio Giapponesi, Francesco Ragazzi, Federico Ferrone e Michele Manzolini, in associazione con Simone Bachini e Apapaja; realizzato con il sostegno di Fondazione Cineteca di Bologna e Fondazione Cariplo Documentaristi Emilia- Romagna; sviluppato all’interno del Bando giovani artisti Fondazione Culturale San Fedele. Leggi l’intervista ai registi

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