Vittorio Mussolini, il produttore figlio del Duce, sognava una versione cinematografica del Rigoletto di Verdi da girare a Cinecittà in partnership con gli Usa.
Secondo l’agenzia Adn Kronos, lo ha scoperto Viky Dima nel corso delle ricerche per la tesi di laurea “Vittorio Mussolini e il cinema. Il sogno americano, il realismo e la propaganda nel cinema italiano”, discussa nel 2000 all’università Federico II di Napoli.
Secondo la giovane ricercatrice Mussolini, negli anni Trenta, prese contatti con il producer statunitense Hal Roach per trovare il modo di “utilizzare fondi bloccati di alcune società americane presenti in Italia per produrre, in compartecipazione e in doppia edizione, pellicole a Cinecittà. L’edizione inglese sarebbe stata distribuita dalla Mgm”.
Tra gli altri progetti del produttore italiano c’era la creazione di un Museo del cinema. Ci lavorò alla soglie della seconda guerra mondiale raccogliendo molto materiale, tra cui L’Age d’or di Bunuel, capolavoro surrealista, L’uomo di Aran di Flaherty e Que viva Mexico di Ejzenstejn, che poi è confluito negli archivi della Cineteca Nazionale.
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