‘Il ragazzo dai pantaloni rosa’ sbarca a Hollywood

In chiusura del Filming Italy – Los Angeles, si è tenuta l’anteprima americana del film di Margherita Ferri, in cerca di distribuzione negli USA. Ospiti anche i produttori della serie Ripley, girata a Cinecittà


Dopo lo straordinario successo in Italia, dove è stato accolto con calore nelle scuole e nelle sale, Il ragazzo dai pantaloni rosa è pronto a replicare il fenomeno anche ad Hollywood. Il film di Margherita Ferri ha avuto la sua anteprima negli Stati Uniti durante la serata conclusiva di Filming Italy – Los Angeles, il festival diretto da Tiziana Rocca giunto alla decima edizione. Ad accompagnare Oltreoceano l’adattamento cinematografico della storia di Andrea Spezzacatena, il 15enne che si tolse la vita dopo aver subito atti di bullismo e cyberbullismo omofobo, c’era parte della squadra che ha lavorato al film: lo sceneggiatore Roberto Proia, l’attore protagonista Samuele Carrino (che recita a fianco di Claudia Pandolfi), la cantante Arisa, che ha composto un brano della colonna sonora, Teresa Manes, madre di Andrea e autrice del libro che ha ispirato la sceneggiatura, e il produttore e distributore Tarak Ben Ammar, presidente di Eagle Pictures.

“Il film inizia ora il suo viaggio internazionale. Comincia ad arrivare nelle sale di altri paesi e stiamo cercando una distribuzione americana – spiega all’ANSA Proia – Il fenomeno del bullismo è mondiale; ovunque ci sono ragazzini che ne soffrono. Abbiamo scoperchiato un vaso di Pandora e li abbiamo fatti sentire meno soli. In Italia, dopo il film, sono aumentate le denunce”. “La storia di mio figlio purtroppo è una storia senza nome e senza tempo – dichiara  Manes – Con il film possiamo raggiungere milioni di persone e diventare un messaggio di pace”.  Al termine della proiezione, Arisa ha eseguito ‘Canta ancora’, brano che aveva scritto per sua madre, ma rimasto nel cassetto finché non le hanno chiesto di contribuire al lungometraggio.

Dal palco del teatro Harmony Gold, sul Sunset Boulevard, è arrivato anche l’appello dei due produttori della serie Netflix Ripley, che ha vinto 4 Emmy nel 2024 ed è stata interamente girata in Italia e, in parte, a Cinecittà. Durante un panel organizzato dall’Istituto per il commercio estero l’americano Clayton Townsend (Natural born killers, Bridemaids, Equalizer 3) e il romano Enzo Sisti (La Passione di Cristo, Gangs of New York, No time to die) hanno ribadito insieme l’importanza degli incentivi accordati alle produzioni straniere che scelgono di filmare in Italia: “Questo è il ‘movie business’, un ‘business’, appunto: nessuno sceglie dove girare solo per le bellezze del paesaggio e la sapienza delle maestranze, purtroppo – ha dichiarato Sisti, con l’approvazione di Townsend – Garantire anche vantaggi economici è essenziale per convincere gli Studios ad andare a Roma o Capri piuttosto che in Bulgaria o in Spagna”. (C.DA)

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22 Febbraio 2025

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