Inizia con un viaggio tra i set allestiti negli studi di Cinecittà – tra Queer di Luca Guadagnino, M: Il figlio del secolo di Joe Wright, la versione targata Netflix del Decamerone e Those about to die di Roland Emmerich – l’articolo del ‘New York Times’ dal titolo ‘Le stelle sono tornate a girare sul Tevere’.
“Dopo decenni di alterne fortune, i leggendari studi di Roma sembrano rivivere un momento sfavillante simile agli anni ’50 e ’60, quando star e registi americani e britannici accorrevano a Roma, e il Grand Hotel di Via Veneto nel centro della città era un vivace ritrovo per i paparazzi a caccia di celebrità”, scrive la giornalista del quotidiano Elisabetta Povoledo prima di entrare nel dettaglio dell’incredibile crescita degli ultimi due anni raccontata dall’AD Nicola Maccanico: “siamo passati dal 30% di occupazione al 100%”, spiega.
Un’impresa possibile grazie alla scelta di sfruttare i cospicui incentivi statali per modernizzare le strutture, valorizzare le squadre di artigiani altamente qualificati e sfruttare al meglio la posizione di una delle più belle e storiche città del mondo.
Dopo decenni di alterne fortune, osserva il quotidiano newyorchese, “i leggendari studi di Roma sembrano rivivere un momento scintillante simile al 1950 e 1960”. Il NYT sottolinea che “quattro studi esistenti saranno ristrutturati e altri cinque saranno costruiti entro il 2026. Uno studio è già stato dotato di una gigantesca parete LED high-tech che consente di aggiungere effetti virtuali durante la produzione”.
“Maccanico è diventato amministratore delegato due anni fa – scrive il ‘New York Times’ – in coincidenza con un forte aumento della domanda di nuovi contenuti alimentata dai servizi di streaming. Ma sa che per restare competitiva in un mercato di nicchia con contendenti come Studio Babelsberg, vicino a Berlino, o Pinewood Studios, appena fuori Londra, Cinecittà deve investire continuamente su sé stessa e sui suoi servizi. E crescere”.
Oltre agli accordi in corso, Maccanico spiega che intende sviluppare partnership con “produttori indipendenti, servizi di streaming o – perché no? – altri studi”, aggiungendo: “Ecco perché la crescita è importante, perché ci consente di andare in questa direzione”.
Il fatto che così tante grandi produzioni siano già a Roma ha già dato una spinta ai locali e alle aziende cittadine. “È stata una forza trainante positiva”, sottolinea Maccanico.
Il NYT infine racconta anche l’incontro con Paolo Perugini, il capomastro della falegnameria di Cinecittà, che spiega come il lavoro sia aumentato notevolmente per la sua squadra di carpentieri. “Non ci fermiamo mai – ha rivelato – Fortunatamente.”
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