Rovesciare il cliché del Natale, festa in cui le famiglie sono felici e tutti sembrano più buoni, per entrare in un incubo grottesco, ma neanche troppo distante dalla realtà. L’hanno fatto i creatori di Boris, Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo con Ogni maledetto Natale, commedia in uscita il 27 novembre con 250 copie per la 01 Distribution. Prodotto da Wildside e Rai Cinema, il film potrebbe far pensare a un anti-cinepanettone. Ma Valerio Mastandrea, divertentissimo nel doppio ruolo del contadino sporco e cattivo e dell’imprenditore ipercattolico, smentisce: “E’ un film surreale, pericolosissimo e dannosissimo per il corpo e per la mente, diretto da tre psicopatici che ci hanno dato un doppio ruolo per farci diventare schizofrenici, ma non è anti-niente. Semmai una commedia che contestualizza il Natale, con significati enormi sul tema della famiglia italiana, un film importante quasi quanto La famiglia di Ettore Scola”.
La storia è quella di Massimo e Giulia, due giovani innamoratissimi che finiscono per passare le feste con le rispettive famiglie: la vigilia con il clan di lei, i Colardo, in un paesino della Tuscia, tra caccia al cinghiale e acquavite alla vipera, faide antiche e partite a spurchia filetto; il 25 nella dimora principesca di lui, rampollo dei Marinelli Lops, industriali del panettone, tra schiere di domestici filippini, beneficenza e stock option.
“Il Natale, che dovrebbe essere un momento di armonia, qui è raccontato come incubo antropologico, una follia collettiva in cui le famiglie hanno i superpoteri e vogliono essere glorificate rovesciandoti addosso tutte le aspettative che in realtà non sono tue”, dicono i registi e sceneggiatori. Spiega Luca Vendruscolo: “La sfida ce l’ha lanciata uno dei produttori, Lorenzo Mieli, fare un film che uscisse a Natale e che fosse diverso, una commedia per tutti, che non sia un cinepanettone, anche se può lontanamente fargli il verso. La famiglia è un tema che interessa tutti e tutti hanno qualcosa che detestano nel 25 dicembre dalla mania dei regali ai pranzi interminabili”. Aggiunge Mattia Torre: “Il Natale è il momento di maggior odio sociale e ci dava l’occasione di raccontare in un altro modo questo strano paese che è l’Italia: la famiglia, la religione, il consumismo, il gioco d’azzardo…”.
A condire il progetto l’idea di costringere gli attori a sdoppiarsi nelle due famiglie, i poveri e i ricchi. Tranne i due protagonisti, Alessandra Mastronardi e Alessandro Cattelan (il conduttore di X Factor al suo esordio nel cinema) tutti hanno un doppio ruolo: Marco Giallini e Corrado Guzzanti, Laura Morante e Valerio Mastandrea, Francesco Pannofino e Caterina Guzzanti, Andrea Sartoretti e Stefano Fresi. C’è molta curiosità proprio attorno a Cattelan, scelto dopo lunghi ed estenuanti provini. Per Vendruscolo, “è un attore naturale, molto comico, con una capacità inglese di farsi scivolare addosso le cose”.
Ma soprattutto c’era la voglia di fare qualcosa di diverso. “Il nostro mercato – dice ancora Vendruscolo – offre meno di quello che il pubblico vorrebbe. Noi quindi ci diamo da fare per variare il menù” E Mastandrea: “Bisogna tifare per la varietà dei generi. Solo così possiamo rieducare il pubblico ad andare al cinema e noi possiamo continuare a lavorare”. “I tre registi – spiega Corrado Guzzanti, spassoso nel ruolo del domestico filippino pronto a tutto per non rovinare la festa ai padroni – sono un marchio di garanzia, condividiamo lo stesso umorismo e mi ero divertito a partecipare a Boris come a questo film di cui mi piace l’impianto teatrale”. E infatti con Mattia Torre sta scrivendo una serie per Sky, sei puntate da trenta minuti sulla politica italiana, Renzi compreso, intitolata Dov’è Mario? La conclusione spetta a Pannofino: “Chi di noi non ha mai detto ogni maledetto Natale?”.
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