43 anni fa, vicino a Ustica, avvenne una delle stragi aeree più celebri e controverse della storia del nostro paese. Una vicenda complessa e ricca di contraddizioni che è stata sviscerata soprattutto da un autore: Andrea Purgatori. Il giornalista, sceneggiatore e autore appena scomparso è diventato celebre negli anni ’80 per le sue numerose inchieste dedicate a Ustica, permettendoci di andare a fondo a una verità che in molti volevano tenere nascosta.
Nel 1991 questa storia decennale è diventata un racconto per il grande schermo, incarnato nel personaggio di Rocco Ferrante, alter ego cinematografico di Purgatori con il volto dell’indimenticato attore Corso Salani, anch’egli deceduto improvvisamente nel 2010, a soli 48 anni. Il titolo del film è Il muro di gomma, chiaro riferimento alle parole dell’avvocato Giordani che descrivono l’omertà che per anni ha impedito alle indagini di progredire: “dopo anni e anni per la prima volta uno squarcio si apre in questo muro di omertà, in questo muro di gomma”. Purgatori firmò il soggetto (premiato in seguito con il Nastro d’Argento) e la sceneggiatura (insieme a Sandro Petraglia e Stefano Rulli), mentre la regia venne affidata a Marco Risi, che per la sua direzione otterrà un Ciak d’oro. La colonna sonora è firmata da Francesco De Gregori.
Presentato con successo alla 48ma Mostra del Cinema di Venezia, il film è diventato presto un cult soprattutto grazie alla figura del suo protagonista. Rocco Ferrante, infatti, rappresenta un modello di giornalista completamente dedito alla causa, che prima entra in empatia con le vittime e poi dedica tutto se stesso per la ricerca ossessiva della verità. Instancabile, inarrestabile, nonostante i pericoli e le insormontabili difficoltà. Un eroe dei nostri giorni, che mette al servizio della comunità le sue capacità di giornalista d’inchiesta e di narratore, per impedire che i colpevoli di una terribile strage rimangano impuniti. Ne Il muro di gomma, verità e finzione, realtà e rappresentazione comunicano in continuazione, permettendo al pubblico di conoscere e, soprattutto, comprendere tutti i dettagli di una vicenda tragica che si concluderà solo nel 2011 con la prima condanna in favore dei parenti delle vittime.
Il personaggio di Rocco Ferrante resta ad oggi la più vivida rappresentazione di ciò che è stato Andrea Purgatori per il mondo del cinema e, soprattutto, del giornalismo. Un professionista apprezzato dal pubblico e dai colleghi per la sua preparazione, il suo coraggio, la sua ironia e la sua lucida visione del mondo. Un punto di riferimento per coloro che negli ultimi 30 anni hanno provato a cimentarsi nell’affascinante quanto infida professione del giornalista d’inchiesta.
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