Zoe è poco più che una bambina, quando un tragico incidente spezza il suo sogno di diventare una fantina. Ma anche se ha perso l’uso delle gambe, può averne in cambio altre quattro, ancora più possenti, quelle del suo fidato cavallo Tempesta. È questo lo spunto che sta alla base de Il mio amico Tempesta, il nuovo film del regista canadese Christian Duguay, che arriva nelle sale italiane dal 14 settembre.
Nei panni della giovane protagonista troviamo l’attrice Carmen Kassovitz, impegnata in un ruolo difficile, quello dell’adolescente entusiasta per la passione – nonché mestiere – di famiglia, l’equitazione, che si trova catapultata in un incubo quando si ritrova costretta su una sedia a rotelle. Il rischio di lasciarsi andare è forte, ma grazie soprattutto all’aiuto del fidato Seb, stalliere autistico dalla grande sensibilità, troverà di nuovo la forza di rimettersi in sella e aiutare a salvare il maneggio dei suoi genitori, a rischio fallimento. Al suo fianco troviamo un cast di primissimo livello composto dai divi francesi Mèlanie Laurent e Pio Marmaï, per un film ambizioso che – distribuito in 300 copie da Eagle Pictures – promette di emozionare tutta la famiglia.
Adattato dal romanzo francese Tempête au haras di Christophe Donner, da cui è tratto il graphic novel Corri, Tempesta! di Donner e Jérémie Moreau, Il mio amico Tempesta affronta un tema complesso come quello della disabilità infantile, offrendo speranza e ispirazione. I protagonisti indiscussi che veicolano i messaggi positivi, sono la protagonista Zoe e il suo fido Seb, due persone che non si lasciano abbattere dalla loro diversità ma trovano nell’amicizia, nel rispetto e nella fiducia reciproca un modo non solo per sopravvivere, ma anche per eccellere. “Si tratta di persone un po’ ai margini della società che, nonostante le loro disabilità, riescono a farsi strada grazie alla loro resilienza, alla loro passione comune e al fatto di avere un nucleo familiare molto potente, il cui amore, lealtà e sostegno indissolubili non potranno mai essere messi in discussione. – spiega il regista – Queste persone ci mostrano che il percorso della vita è fragile se non si è strutturati da una spina dorsale emotiva solida e ben ancorata”.
Io sono Tempesta vanta degli attori d’alto rango e una regia solida, che sfrutta al meglio un budget non indifferente. Nella sua semplice linearità il film cavalca dritto verso la sua meta, che è quella di raccontare un coming of age di una adolescente alle prese con la sfida più ardua che la vita potesse lanciarle. Il mondo dell’equitazione, con l’intrinseca epicità e fierezza che traspare da quegli animali prodigiosi che da secoli accompagnano l’uomo, è perfetto per ospitare una storia di questo tipo, che unisce il brivido della corsa al desiderio di libertà, contro ogni tipo di ostacolo.
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