Il MIAC, Museo Italiano dell’Audiovisivo e del Cinema, luogo immersivo per eccellenza, al centro dei percorsi espositivi di Cinecittà, si rinnova con nuove acquisizioni e una forte impronta al femminile grazie alle opere di Vanessa Beecroft e Anna Di Prospero. Apre poi al pubblico lo storico studio di Ettore Scola e della scenografo Luciano Ricceri, dove sono nati capolavori come Il viaggio di Capitan Fracassa. Diventa possibile visitare su appuntamento il laboratorio di sviluppo in pellicola, tornato a lavorare con produzioni girate, rispettivamente, in 16 mm e 35 mm come Dostoevskji dei Fratelli D’Innocenzo o M Il figlio del secolo di Joe Wright.
A presentare queste importanti novità la presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia che ha sottolineato il sostegno del MiC al nuovo progetto, mentre il sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni ha spiegato come “il recupero del passato vada di pari passo al racconto della cultura di domani, con la presenza di grandi donne artiste che sono anche un esempio per le nuove generazioni”. Il sottosegretario ha annunciato anche due novità: “La serie di ritratti di artisti viventi e una toponomastica legata ai nomi del maestri, come già avviene negli studios americani”.
Le opere realizzate appositamente per il MIAC sono otto foto e un video dell’artista Vanessa Beecroft che fanno riferimento alla straordinaria performance VB93, la più imponente della sua carriera, che si è tenuta a ottobre dell’anno scorso con trecento modelle nel mitico Teatro 5 su invito di Cinecittà. Le opere sono esposte accanto a un nucleo di sculture originali del film La città delle donne, grandi teste femminili che ricordano il genio di Federico Fellini.
Sono ventuno le fotografie dell’artista Anna Di Prospero realizzate in occasione della mostra dell’Archivio Storico Luce “La Memoria delle Stazioni”, allestita all’Auditorium Parco della Musica: una modella in rosso, la stessa artista, fa la sua apparizione in luoghi metafisici e astratti, legati appunto alle stazioni ferroviarie delle città italiane.
A seguire il progetto del museo la responsabile MIAC e Cinecittà si Mostra Barbara Goretti.
Cinzia Lo Fazio – che al progetto ha dedicato anche un documentario, pronto per la primavera 2024 – e Ezio Di Monte, assistenti di Ricceri, insieme agli eredi di Scola, hanno curato l’acquisizione dello Studio EL, dislocato all’interno degli Studi di Cinecittà, in prossimità del Cinegarden. Il laboratorio del regista e dello scenografo (EL indica le iniziali dei nomi, Ettore e Luciano) è un luogo affascinante e carico di memoria, dove è possibile trovare modellini di scenografie e set, fotografie, archivi di ritagli di giornale, poster e locandine, disegni, bozzetti, prospetti originali, appunti, fotografie, documentazione, oltre a maquette, oggetti di scena, accessori per costumi e abiti, arredi, che raccontano capolavori come La famiglia, Il viaggio di Capitan Fracassa, Splendor, Concorrenza sleale, oltre ad essere testimonianza del sodalizio umano e professionale tra il regista e lo scenografo. Tra i tanti lasciti anche disegni e bozzetti per un progetto rimasto inedito su Garibaldi.
“All’inizio degli anni ’80 – racconta la figlia Silvia Scola – hanno ideato questa bottega laboratorio di sceneggiatura, regia, scenografia per arrivare a proporre progetti completi. Venivamo qui tutti i giorni da apprendisti come in una bottega rinascimentale, grandi maestri e allievi. È pieno di ricordi e di lavoro, progetti ideati magari non realizzati, mi piacerebbe che lo vedessero i giovani non solo per capire come si faceva il cinema allora, ma anche per spingerli a fare qualcosa in nome di quel cinema artigiano e vicino al paese, con intento civile oltre che artistico”. Tra i giovani che frequentarono il laboratorio di Scola & Ricceri, c’erano Roberto Giannarelli, Ricky Tognazzi, Francesco Lazotti.
La riflessione sulla conservazione e valorizzazione del patrimonio del MIAC trova declinazione anche nella presentazione di uno straordinario elemento scenico originale già presente nel patrimonio di Cinecittà: la slitta del film Ludwig, di Luchino Visconti, su disegno dello scenografo Mario Chiari, presentata al pubblico in una opportuna sede museale e completamente restaurata per l’occasione.
Sostanziale intervento per ampliare l’offerta culturale legata alla specificità del “luogo” MIAC, inteso come strumento per generare progetti e opportunità di conoscenza, è inoltre la programmazione dell’apertura al pubblico, su appuntamento, del laboratorio di sviluppo e stampa. Luogo storico e iconico, da cui ha origine la stessa collocazione del MIAC negli spazi un tempo interamente utilizzati per la lavorazione della pellicola, che potrà essere così compresa e conosciuta come parte integrante della storia dell’audiovisivo e di Cinecittà. Nel laboratorio, come ci ha spiegato il direttore dell’Archivio Luce Enrico Bufalini, lavorano attualmente dieci persone, mentre i macchinari sono stati recuperati e restaurati dando la possibilità alle produzioni di realizzare film in pellicola che vengono successivamente riversati in digitale.
Lo Studio EL raccoglie moltissimi disegni, bozzetti, prospetti originali di Luciano Ricceri, appunti, fotografie, documentazione condivisi con Ettore Scola, oltre a maquette, modellini, oggetti di scena, accessori per costumi e abiti, arredi, che raccontano capolavori del nostro cinema.
L'esposizione intende valorizzare il patrimonio audiovisivo di Cinecittà, da un lato in un’ottica di conservazione, dall'altro di attenzione alle nuove forme espressive, con uno sguardo rivolto alla contemporaneità e al futuro.