Non sarà una Mostra di star, forse, ma questa Venezia 80 mantiene parecchie frecce al suo arco grazie alla presenza di registi di grande spessore, sia all’interno del Concorso che nelle altre sezioni, ed è su questo secondo aspetto che ci concentriamo qui in particolare.
C’è Woody Allen, innanzitutto, che dopo aver visto la sua carriera pesantemente minata dallo scandalo che lo ha colpito sul piano personale (ricordiamo però che è stato assolto da tutte le accuse per mancanza di prove) ha dovuto ricominciare da capo e rivolgersi all’Europa, che ancora dimostra di aver posto per lui.
Coup de Chance è il suo primo film in lingua francese (prodotto però insieme al Regno Unito). Tra gli interpreti ci sono Lou de Laâge, Valérie Lemercier, Melvil Poupaud, Niels Schneider. Il film doveva inizialmente essere mostrato alla 76ma edizione del festival di Cannes, ma il direttore della Croisette, Thierry Frémaux, ha scelto di non programmarlo. Quale miglior occasione per la Mostra di portare al suo pubblico un autore ancora molto amato.
J.A. Bayona, grande autore di genere che ha partecipato anche a franchise rinomati come Jurassic Park e Il signore degli anelli, è presente con il film di chiusura La sociedad de la nieve, epica vicenda di sopravvivenza in condizioni estreme, ispirato al reale schianto di un aereo uruguayano con a bordo una squadra di rugby nel 1972.
Wes Anderson, a pochi mesi dall’uscita in sala – oltre che a Cannes – del suo Asteroid City, torna alla carica con The Wonderful Story of Henry Sugar, mediometraggio ispirato all’opera di Rohald Dahl (quello de ‘La fabbrica di cioccolato’), con Ralph Fiennes, Benedict Cumberbatch, Dev Patel, Ben Kingsley e Richard Ayoade.
Come Allen, anche Roman Polanski deve faticare parecchio per trovare spazio nel panorama odierno. A Venezia ha The Palace, con Oliver Masucci, Fanny Ardant, John Cleese, Bronwyn James, Joaquim De Almeida, Milan Peschel, Fortunato Cerlino e Mickey Rourke. Con la complicità di scrittura di Jerzy Skolimowski e Ewa Piaskowska, e la colonna sonora di Alexandre Desplat, Polanski racconta il capodanno speciale, il 31 dicembre 1999 in un lussuoso hotel di Gstaad sulle alpi svizzere. Nel cast c’è pure Luca Barbareschi, che è a Venezia anche con il suo adattamento del romanzo The Penitent.
Harmony Korine torna a Venezia con Aggro Dr1ft dopo l’exploit di Spring Breakers nel 2013, ed è da segnalare anche la presenza di un Quentin che non è Tarantino. Si tratta di Dupieux, che porta Daaaaaali!, sull’iconico pittore surrealista.
Ultimo ma non per importanza William Friedkin lontano dagli esorcismi (ma non da violenti bracci della legge) in The Caine Mutiny Court-Martial, trasposizione di una celebre opera teatrale.
Su Allen e Polanski in particolare, dice il direttore Alberto Barbera all’ANSA: “Mi schiero tra coloro che distinguono le responsabilità dell’uomo dall’artista e Polanski, che non potrà venire per non rischiare l’estradizione, è un maestro riconosciuto. Allen invece ci sarà, assolto peraltro due volte, mentre per Besson – presente con Dogman – non si è arrivati al processo”.
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