Ermanno Olmi porta a Venezia due film e la sua sacrosanta indignazione per la strage dei bambini dell’Ossezia. “Accendere una candela alla finestra è un bel gesto, ma non basta. Occorre costruire giorno per giorno una sensibilità diversa, alimentare l’umanità, altrimenti domani quella candela sarà già spenta e altre atrocità saranno consumate”, dice il grande cineasta. Ai Venice Days ha accompagnato Il giorno del falco, l’opera prima prodotta da Ipotesi Cinema e Rai Cinema, distribuita da Mikado, e firmata dal padovano Rodolfo Bisatti, allievo della scuola di Olmi ed ex giornalista Rai. Un giallo sociologico che descrive con un linguaggio crudo e senza abbellimenti la realtà degradata del Nordest, che si riassume in una frase agghiacciante: tanti soldi e niente poesia.
Un giornalista di una tv locale porta avanti caparbio l’inchiesta sulla rapina in banca andata storta in cui hanno perso la vita, non i soliti extracomunitari, ma due del posto, un fioraio e un meccanico. Cosa li ha spinti a tentare il colpo, si chiede il reporter, in un paese dove l’imperativo del lavoro sembra onnipresente. L’indagine ci porta a spasso per una regione dove si è passati nel giro di pochi anni dalle stalle per le vacche alle fabbrichette, tra squallore esistenziale, locali kitsch, cimiteri per cani e monumenti improbabili. “Un luogo che ci sembra incredibile visto sullo schermo, ma che nel cinema trova uno specchio purtroppo esatto”, spiega Olmi. “Vivo in quel territorio racconta Bisatti e l’ho semplicemente raccontato. È la filosofia di Ipotesi Cinema, ma non nasce da un’idea stilistica semmai da un principio etico”.
Lo stesso che guida le postazioni per la memoria dove i giovani allievi registrano la vita del territorio che li circonda e che hanno contribuito a creare, con il contributo della Cineteca di Bologna, il progetto collettivo Osolemio-Autoritratto italiano, curato da Mario Brenta. Bisatti, che ama il cinema di Michael Moore e non vede steccati tra regia e giornalismo, è partito da una ricerca simile. “Ma bisogna avere il coraggio di raccontare le cose come stanno, senza autocensure”. A Bassano ha trovato una scuola aperta a tutti, “l’unica in Italia dove si studia cinema senza pagare e che anche uno non ricco di famiglia può frequentare”. La sua idea è che si possa fare cinema attingendo risorse all’economia locale. Anche alle fabbrichette, perché no? “Avremmo meno bisogno dei fondi ministeriali e potremmo ricostruire un tessuto culturale al di là delle manifestazioni estemporanee, delle rassegne estive”. Nel suo film ha voluto un solo attore professionista, lo Stefano Cassetti di Roberto Succo, due occhi di metallo e un viso che resta impresso. Ma l’ha fatto recitare insieme a personaggi presi dalla vita reale, “dove ti capita di incontrare un fioraio, un disoccupato, un impiegato di banca”.
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La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
E' ancora Cattivissimo 3 a guidare il box office per il terzo weekend, con 2.471.040 euro. Al 2° posto, con 1 mln 919mila euro, sfiorando i 6 mln totali, il kolossal di Christopher Nolan Dunkirk