Il festival si toglie la ‘maschera’

Il festival di Cannes sarà un mega focolaio covid? si chiede Variety alla viglia del 75° Festival di Cannes. E Thierry Frémaux parla dell'Ucraina e del ritorno del cinema americano


CANNES – Sarà un mega focolaio del covid? si chiede Variety alla viglia del 75° Festival di Cannes. E non si può tacciare di allarmismo la Bibbia del cinema americano, almeno per chi si aggira sulla Croisette dove nessuno indossa la mascherina neanche al chiuso. Anzi, viene distribuito agli oltre 35mila accreditati a vario titolo un pin dorato che annuncia trionfalmente: “Bello rivederti senza maschera, non ti avevo riconosciuto”, anche se poi tra gli sparuti materiali consegnati agli accreditati (tutto è sempre più virtuale) figura anche una mascherina di stoffa blu. Ma il delegato generale Thierry Frémaux rassicura: “Più facile contagiarsi al ristorante che dentro al Palais”. 

Inaugurazione domani, 17 maggio, con la commedia zombie Coupez! del beniamino di casa Michel Hazanavicius che ha deciso di cambiare il titolo perché Z sembrava di cattivo gusto: una possibile allusione, sia pure involontaria, alla “Z” sui carri armati russi che hanno invaso l’Ucraina. Durante la cerimonia sarà anche consegnata la Palma d’oro d’onore all’attore, regista, attivista americano Forest Whitaker, in un’edizione che segna un importante ritorno dell’industria a stelle e strisce oltre che di indiani e africani – ma non di cinesi – al Marché. 

Frémaux ha incontrato la stampa nel primo pomeriggio: “Faremo tutti insieme un grande festival, penseremo molto al cinema, ma senza mai dimenticare l’Ucraina non solo a parole ma nei fatti”, ha aggiunto sottolineando la presenza di Mariupol 2, il documentario del regista lituano Mantas Kvedaravicius, ucciso ad aprile da un razzo in Ucraina mentre era in fuga dal Paese in guerra: il doc è stato montato dalla sua compagna Hanna Bilobrova. Sergei Loznitsa mostrerà The Natural History of Destruction, sul bombardamento delle città tedesche durante la seconda guerra mondiale. Mentre è molto atteso Tchaikovsky’s Wife di Kerill Serebrennikov, regista dissidente russo amato dal festival: “era già terminato prima delle sanzioni e siamo lieti di accoglierlo. E’ un modo per dare una mano ai russi che si prendono dei rischi per resistere”, si è difeso Frémaux ad una domanda sul finanziamento del film visto il blocco alla Russia. Mentre per quanto riguarda le accuse di censura – mosse in particolare dalla testata Deadline (leggi qui) – le ha rispedite al mittente sostenendo che è una “prassi francese” quella di chiedere di rileggere le interviste, niente di che, e che si ha diritto di cambiare idea e di correggere le cose dette. 

Il delegato generale ha parlato del ritorno di Hollywood, delle star, a cominciare da Tom Cruise (però non ci sarà il party per Top Gun: Maverick) ma anche dei grandi autori come David Cronenberg e James Gray. E delle donne, solo cinque in concorso (25%) l’anno dopo la Palma a Julie Ducorneau per Titane. “E’ una questione generazionale, nel concorso ci sono autori affermati in una epoca in cui le donne difficilmente arrivavano alla regia, come Agnès Varda cui non a caso intitoliamo quest’anno la sala del Sessantesimo, ma nelle altre sezioni è pieno di registe. Sapete – ha ribadito – che il tema ‘mettere in cartellone le donne’ non mi trova d’accordo, arriverà il giorno in cui mi chiederete lo stesso per i troppo pochi uomini”.

Le celebrazioni del 75° anniversario saranno rese note nel dettagli nei prossimi giorni, ma Frémaux ha anticipato che “non festeggeremo tanto noi stessi quanto il cinema e il cinema in sala”. Dove le cose stanno cambiando è nel tentativo di “attirare il pubblico più giovane e per questo è decisiva la partnership con TikTok”.

Intanto mentre sulla Montée des Marches si lavora per sistemare il tappeto rosso che sarà svelato domani pomeriggio, il sito web del festival – dove occorre prenotare la visione dei film – è andato in crash da stamattina per un black out internet che ha riguardato l’intera città di Cannes. Frémaux si è scusato ma sotto sotto era soddisfatto: per il festival è sempre stato un punto d’onore costringere i giornalisti a file estenuanti per poter vedere i film o seguire le conferenze stampa, spesso restando fuori. Più tardi, in serata, un comunicato ufficiale del Festival ha precisato che i problemi sono legati a un atto volontario per rallentare il sito (leggi la notizia). 

16 Maggio 2022

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