Il dramma dei migranti e la “creatura” di Lanthimos

Grande ritorno del cinema asiatico e attenzione all'Italia con i premi a Garrone, Micaela Ramazzotti, Enrico Maria Artale e Alain Parroni


VENEZIA – Fin dalla prima visione di Povere creature! il film di Yorgos Lanthimos è stato il Leone d’oro di questa Mostra numero 80. Un premio annunciato, dunque, ma anche un premio che per una volta mette d’accordo tutti (o quasi): spettatori, critici e giurati. Un film visionario, sull’eros e sulla liberazione di una strana creatura interpretata da una Emma Stone in stato di grazia, divertente, irriverente, sexy, in una rilettura femminista del mito di Frankenstein. Per il regista greco è una conferma dopo il Gran Premio della Giuria con La favorita nel 2018. Il film uscirà in Italia il 12 ottobre.

Anche Io capitano di Matteo Garrone aveva ottime chance – tra i sei film italiani presentati in concorso era quello che aveva emozionato e convinto di più – e dunque anche in questo caso la doppia vittoria appare meritatissima: al Leone d’argento per la migliore regia si aggiunge il Premio Marcello Mastroianni per il giovane attore emergente che va al ventunenne senegalese Seydou Sarr, commosso fino alle lacrime sul palco. Un ragazzo che, insieme al coetaneo Moussa Fall, dà calore e vita alla fiaba amara sul viaggio di due giovani migranti. “Mi sono aggrappato alle loro storie, al loro vissuto, cercando di dare voce a chi di solito non ce l’ha”, spiega il regista lasciando la parola a Kouassi Pli Adama Mamadou, attivista del Centro sociale ex Canapificio e del Movimento migranti e rifugiati di Caserta, alla cui storia si è ispirato. “Io sono riuscito ad arrivare in Italia, ma vorrei che dedicassimo questo premio a tutte le persone che non sono potute sbarcare a Lampedusa. E vorrei ricordare che quando c’è la voglia e la necessità di partire, nessuno ti può fermare. Occorre dare il diritto di accesso a noi giovani, il visto per viaggiare, e credo che sarebbe lo strumento per sbloccare il traffico di esseri umani”. Per Mamadou, accolto da un grande applauso, “un canale di ingresso regolare, come ha detto anche il presidente Mattarella, aiuterebbe ad affrontare il problema”. Infine Garrone ricorda il Marocco, dove è stato girato in parte il film, oggi colpito da un devastante terremoto con molte vittime.

Anche il Premio speciale della Giuria a Green Border di Agnieszka Holland riconosce il valore di una drammatica storia di migrazioni, alla frontiera tra Polonia e Bielorussia, il film non risparmia le accuse alla polizia di frontiera polacca ed è infatti inviso al governo di Varsavia, del resto la cineasta subisce da tempo un autentico ostracismo in patria. “Non è stato facile girare questo film – afferma la 74enne regista polacca – ringrazio le istituzioni che in tutta Europa ci hanno aiutati, è stata una lotta ma era un dovere”. E prosegue: “Dal 2014, quando è scoppiata la crisi dei rifugiati, 60mila persone sono morte cercando di raggiungere l’Europa e ora che siamo qui seduti la situazione che si vede nel mio film continua, ci sono persone che si stanno nascondendo nelle foreste, private della dignità, dei diritti umani, della sicurezza, alcuni di loro perderanno la vita. E questo accade perché non li vogliamo. Ma qui in Europa e in Polonia ci sono persone che li stanno aiutando e credono che il loro dovere sia l’umanità. Vorrei dedicare il premio agli attivisti, dalla Polonia a Lampedusa”.

Il Leone d’argento – Gran Premio della Giuria va al poetico e delicato Evil Does Not Exist del giapponese Ryusuke Hamaguchi (Oscar per Drive My Car), in un’edizione che riserva molta attenzione al cinema asiatico. Distribuito da Teodora, Evil Does Not Exist propone una tematica ecologista e riesce a mostrare un conflitto anche aspro con un linguaggio che esorta alla comunicazione pacifica e pacata.

Premio per la miglior sceneggiatura a Guillermo Calderòn e Pablo Larraín per El Conde, dove il dittatore Pinochet prende le sembianze di un vampiro immortale (lo vedremo su Netflix) e il regista cileno lancia un monito contro l’impunità nel suo paese, oltre a dare la sua solidarietà agli sceneggiatori in sciopero. Coppa Volpi femminile a Cailee Spaney per Priscilla di Sofia Coppola, una scelta contestata da molti, che avrebbero preferito la Emma Stone di Povere creature! Coppa Volpi maschile a Peter Sarsgaard per Memory di Michel Franco, e anche qui l’attore statunitense è sembrato inferiore a Caleb Landry Jones protagonista di Dogman di Luc Besson, che era considerato favorito.

La giuria presieduta da Damien Chazelle e composta da Saleh Bakri, Jane Campion, Mia Hansen-Love, Gabriele Mainetti, Martin McDonagh, Santiago Mitre, Laura Poitras e Shu Qi ha lasciato fuori, tra i film più meritevoli lo sperimentale La bete di Bertrand Bonello e il sorprendente Hors Saison di Brizé, che segna una svolta nella poetica di un autore fin qui legato soprattutto ai temi sociali, ma anche l’opera seconda di Pietro Castellitto Enea.

Da segnalare il Leone del futuro Premio Venezia Opera Prima Luigi De Laurentiis a Love is a gun assegnato dalla giuria presieduta da Alice Diop, vincitrice lo scorso anno dello stesso premio, a un esordio tra le 26 proposte dal festival nelle varie sezioni. Il film, diretto dal 33enne regista e attore taiwanese Lee Hong-Chi è una coproduzione Hong Kong – Cina, Taipei Cinese, ed è stato presentato alla Settimana Internazionale della Critica. “Siamo felicissimi e orgogliosi che il Leone del Futuro sia stato assegnato a un film presentato in concorso alla 38° Settimana della Critica. Un film che arriva da lontano, abitato da un gruppo di ragazzi dal destino segnato, un gruppo di ragazzi con un passato che non li abbandona. Un esordio appassionato e potente che rivela il talento di un giovane autore destinato a iscriversi tra i nomi di punta del cinema asiatico contemporaneo”, dichiara la delegata generale della Sic Beatrice Fiorentino.

Micaela Ramazzotti ha ricevuto l’Armani Beauty per il suo esordio Felicità, presentato a Orizzonti Extra. L’attrice colombiana Margherita Rosa De Francisco è la vincitrice del premio Orizzonti per la migliore interpretazione femminile per il film El Paraiso dell’italiano Enrico Maria Artale, con Edoardo Pesce. Artale vince il Premio Orizzonti per la migliore sceneggiatura. La storia è quella di un intenso rapporto madre e figlio, prodotta da Ascent Film, Young Film e Rai Cinema uscirà nelle sale prossimamente con I Wonder, distribuzione che si è aggiudicata tre premi a Orizzonti (tra cui anche il Miglior Film, l’ungherese Explanation for Everything di Gábor Reiszt) e ha acquistato anche il vincitore delle Giornate degli Autori Vampire Humaniste Cherche Suicidaire Consentant di Ariane Louis-Seize.

Sempre sul versante italiano, l’opera prima Una sterminata domenica di Alain Parroni è il vincitore del Premio speciale della giuria di Orizzonti. Il film (una coproduzione Fandango, Alcor, Art Me Pictures, Road Movies di Wim Wenders con Rai Cinema) è un anticonvenzionale romanzo di formazione, ambientato tra Roma e il Litorale che uscirà il 14 settembre con Fandango.

Il presidente della Biennale Roberto Cicutto segnala un + 17% di biglietti venduti e annuncia la data di inizio dell’81° edizione il 28 agosto 2024.

di Cristiana Paternò

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09 Settembre 2023

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