Il cuore di Asia Argento


Ci vuol coraggio, per essere Asia Argento. Ci vuol coraggio, per lasciare l’Italia, un cinema più comodo, una celebrità sicura, una poltrona garantita nei talk-show. Andare a inseguire un’altra lingua, le strade d’America, storie maledette. Film che fanno male, pezzi di vetro da inghiottire per restituire lo sbando, il dolore, l’abbandono. Come nel suo nuovo film da regista, Ingannevole è il cuore più di ogni cosa, nato dall’innamoramento di Asia per il romanzo di J. T. Leroy. Un romanzo che è già cult. 

Ne parla, Asia, al festival’Capri, Hollywood’, dove il film è stato presentato in anteprima italiana, dopo la proiezione alla Quinzaine di Cannes. Uscirà in Italia il 14 febbraio. Uscita un po’ paradossale, il giorno di san Valentino. Ma Asia assicura: “E’ una storia d’amore. La storia di un bambino che cerca, disperatamente, ossessivamente, tragicamente l’amore di una madre che lo violenta”.

Un’opera seconda, dopo Scarlet Diva, e per interpretarla, ne è anche protagonista, Asia non si è risparmiata niente. Nessuna violenza. “E’ un personaggio che si è mangiato la mia vita, mi sono imposta cose che non avrei mai chiesto a nessuna attrice: entravo in auto, mettevo il riscaldamento al massimo fino quasi a svenire – dice – uscivo e giravo su me stessa fino a quando non cadevo in terra. Non mi lavavo, non dormivo, non aveva più forze. E cominciavo a girare”. 

Ingannevole è il cuore più di ogni cosa racconta una storia per i bambini che non hanno una voce. “Non volevo certo scioccare il pubblico. Se avessi pensato al pubblico, questo film non l’avrei fatto. Il pubblico non ha bisogno di nuovi film, come questo mondo orribile non ha bisogno di nuovi bambini. Ma i bambini che già ci sono hanno bisogno di essere amati. Non tutti hanno avuto la fortuna di J. T. Leroy: che si è salvato scrivendo quello che gli è successo. Raccontando il suo passato terribile si è salvato”. 
Nel cast del film, prodotto e distribuito da Minerva pictures, anche Winona Ryder, Ornella Muti, Peter Fonda e Marilyn Manson. “Ornella Muti la adoro da sempre, volevo per lei un ruolo spiazzante, lei bellissima e rassicurante. Mi piaceva l’idea di esaltare i suoi occhi di ghiaccio. Peter Fonda ha vissuto lui stesso un’infanzia difficile: ha accettato di fare il film, a patto di non toccare mai il bambino. Non so quali drammi abbia vissuto Peter, ma non devono essere stati uno scherzo”. 
Gli Stati Uniti. “Sono via non per mia scelta. Sono sette anni che non faccio un film in Italia”. Possibile? Possibile. Padre Dario a parte, l’ultimo regista a chiamarla come protagonista di un film è stato Giovanni Veronesi. Per Viola bacia tutti. Era il 1997. Intanto, la ragazzina è diventata donna, madre, anima coraggiosa, cuore all’estremo, musica dura, angeli nella pancia, paura e delirio e dannazione. E tutto questo, lontano da qui.

 

 

 

30 Dicembre 2004

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