Si chiama “Il cielo della mia infanzia” il focus che il festival Maremetraggio dedica stasera, 4 luglio, al Kazakhstan: una serata alla scoperta di questo Paese a cavallo tra Europa e Asia, raccontata attraverso il suo cinema e con una mostra fotografica che ne illustra bellezze paesaggistiche e aspetti culturali. La rassegna, che fa tappa al Teatro Miela di Trieste, vedrà la partecipazione dell’ambasciatore della Repubblica del Kazakhstan in Italia Adrian Yelemessov e, in platea, della nazionale di basket kazaka, a Trieste per un’amichevole con la nazionale italiana.
Saranno proposti due lungometraggi: Shal (Il vecchio, 2012) di Ermek Tursunov, il più noto regista del Kazakhstan, i cui film hanno partecipato con un buon esito di critica a festival europei ed extraeuropei, e L’amore virtuale (2012) di Amir Karakulov. Due film agli antipodi: Shal è una storia di sopravvivenza, una sorta de “Il vecchio e il mare” di Hemingway in versione kazaka, che narra le vicissitudini di una famiglia, un vecchio, una nuora e un nipote, che conduce una vita ordinaria e insignificante in una steppa lontana. Commenta Tursunov: “Chiunque conosce Hemingway. In Kazakhstan c’è la steppa anziché il mare, ma entrambi rappresentano lo spazio immenso e sconfinato che intimorisce e affascina l’animo umano. Gli elementi sono quindi gli stessi del romanzo di Hemingway, ma ripensati in maniera differente. Il messaggio del film è che un uomo può essere ucciso, ma non sarà mai sconfitto”.
L’amore virtuale invece è il racconto di una ragazza bellissima e arrogante, che non nota il suo collega goffo e s’innamora invece di un belloccio su internet. I due film offriranno un confronto tra realtà e virtualità e una riflessione sul ruolo di internet, che riesce a cancellare i confini fisici tra Paesi tra loro distanti. Completeranno il quadro due cortometraggi, Qongyr di Bekbulat Shekerov e Tenyz kaskyry (Sea Wolf, 2012) di Almas Bektybaev, in concorso nella sezione Maremetraggio. Il primo è la poeticissima storia di un dolore per qualcosa di irrimediabilmente perduto, legato alle proprie radici e al passato, il secondo narra l’amore di un anziano marinaio per la sua nave e per il mare. L’uomo è certo che arriverà prima o poi il suo momento, ma vive la sua vita con speranza e fede. Il mercato cinematografico kazako, negli ultimi 10 anni, ha registrato un sensibile aumento della produzione di film. Si è passati infatti da 2-3 film all’anno fino ai 22 del 2011.
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