I primi vent’anni della “più bella trasmissione della radio dai tempi di Marconi” (come recita Roberto Benigni nell’ormai storica sigla del programma più cult di Rai-Radiotre) sono stati celebrati come era lecito aspettarsi. Martedì 15 aprile la storica sala A di via Asiago in Roma si è riempita di ospiti che hanno festeggiato i conduttori della trasmissione (Alberto Crespi, Steve Della Casa, Enrico Magrelli, Roberto Silvestri, Dario Zonta) per la prima volta tutti insieme. La trasmissione è stata impaginata secondo le regole auree di Hollywood Party: mescolare cinema alto e cinema basso, raccontare aneddoti, far parlare gli intervistati. E così Giuseppe Tornatore, premio Oscar, non ha parlato di sé ma di Leopoldo Trieste, attore di peso e caratterista per scelta, divertendo il pubblico soprattutto con il racconto del bel rapporto che si creò tra Trieste stesso e Francis Ford Coppola ai tempi de Il padrino.
Poi si è parlato di Fellini, ma da un punto di vista molto particolare. Lo scoppiettante Elio Pandolfi ha raccontato cosa ha fatto in La dolce vita: Elio non appare mai nel film ma doppia una ventina di personaggi, tra uomini e donne, grazie alle straordinarie modulazioni che riesce a imprimere alla sua voce. Ad esempio, nella sequenza della conferenza stampa di Anita Ekberg, Elio fornisce la voce a tutti (tutti!) coloro che parlano. Subito dopo Maria Pia Fusco di Repubblica è salita sul palco. Perché? Un dibattito sul giornalismo? Niente affatto. La Fusco è infatti nei titoli di testa di molti film di Joe D’Amato, il maestro del cinema erotico italiano, specialmente per la serie Emanuelle Nera che ebbe molto successo negli anni ’70. “Era un cinema di estrema sinistra, visto che le storie le scrivevamo io, Piero Vivarelli e Marco Lodoli. Joe D’Amato, che si chiamava in realtà Aristide Massaccesi, era un gran simpatico e un professionista serissimo. Non mi vergogno affatto di aver fatto quei film, perché dovrei?”.
E poi gli intermezzi, anch’essi molto originali. Isabella Ragonese e Valerio Mastandrea hanno interpretato, tra il divertimento generale, alcuni dialoghi di Quentin Tarantino (il cui Pulp Fiction compie vent’anni, proprio come Hollywood Party). Valentina Lodovini ha letto dei brani di Lorenza Mazzetti che era presente in sala: Mazzetti, romanziera e pittrice, è stata una delle firmatarie nel 1956 del manifesto del Free Cinema inglese, assieme a Lindsay Anderson e Karel Reisz. Un altro premio Oscar. Nicola Piovani, ha accettato di buon grado il ruolo di DJ: i suoi intermezzi musicali erano molto ispirati, e spaziavano da Puccini a Morricone. E poi c’era il beniamino degli ascoltatori Efisio Mulas, che andava qua e là tra il pubblico raccogliendo i pareri di Francesco De Gregori, Giuliano Montaldo, Daniele Vicari, Costanza Quatriglio. Insomma, eleganza e divertimento. Proprio come ci si poteva aspettare da una trasmissione molto amata dal pubblico e capace, in questi vent’anni, di realizzare un sogno impossibile: il cinema raccontato in radio, quindi senza immagini. La dimostrazione che, quando c’è la passione unita alla competenza, ogni miracolo può riuscire.
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