I ‘Supereroi’ di Paolo Genovese siamo tutti noi

Secondo la fisica il tempo non esiste. Non va né avanti, né indietro, ma è circolare, si ripete perfettamente uguale a sé stesso, eppure completamente diverso. Per un autore parlare di tempo è la sfida più grande, perché vuol dire parlare di ciò che più ci spaventa: il cambiamento, la morte. Paolo Genovese, ormai assurto al rango di regista autoriale, dopo lo straordinario successo di Perfetti Sconosciuti e quello, più ordinario, di The Place, lo fa scegliendo di raccontare una storia d’amore tanto semplice quanto universale, in cui vita e morte, gioia e dolore si alternano con la ciclicità delle stagioni. Il film si intitola Supereroi e gioca con il tempo per tutto il suo svolgimento, impostando la narrazione su due blocchi separati e paralleli in cui la stessa coppia è vista a dieci anni di distanza.

“Supereroi è un film sentimentale – spiega il regista Paolo Genovese – una storia di coppia che avevo in testa da tanto tempo e che ho deciso raccontare perché ho trovato una chiave con i miei sceneggiatori Rolando Ravello e Paolo Costella. L’amore visto tramite un punto di vista specifico, che è il tempo che passa. Mi sembrava interessante vedere come il tempo stravolga completamente le coppie. Per questo abbiamo deciso per un’impostazione curiosa. Abbiamo girato due film, 20 anni di vita di una coppia, i primi 10 anni e poi i successivi 10. Questi due periodi vengono narrati in maniera alternata, con uno schema quasi matematico che è la volontà di mettere vicino epoche diverse di una coppia con la volontà di riflettere sul modo in cui cambiano, di fare l’amore, di litigare”.

Questa particolare struttura non è affatto fine a se stessa, ma serve a comporre un mosaico che, pezzo dopo pezzo, acquisisce sempre più senso e in cui i due protagonisti, interpretati da Alessandro Borghi e Jasmine Trinca, riescono ad emergere come caratteri a tutto tondo, di cui alla fine si può riconoscere davvero ogni singola sfumatura. In tal senso, le interpretazioni di due attori in stato di grazia aiutano di certo.

È facile immedesimarsi in questa coppia che assomiglia un po’ a tutti noi. Ed è altrettanto facile entrare a contatto con il concetto che dà il titolo al film: i supereroi siamo tutti noi, quando decidiamo di abbandonarci ai rischi dell’essere una coppia. Gli autori vogliono sottolineare la straordinarietà del mondo ordinario che ci circonda, valorizzare il profondo sforzo e impegno che ci vuole per tenere fede a un vincolo d’amore sfidando la forza più grande che esista: il tempo.

Molto coerente la scelta della location. “Milano non è solo una scelta estetica – rivela il regista – è una scelta funzionale, perché il cambiamento della città in questi vent’anni accompagna il cambiamento della coppia”. I colossali grattacieli della metropoli, sui quali il film si chiude hanno quindi una chiara valenza simbolica, perché raccontano una città che in vent’anni si è stravolta. Per l’occasione, una più canonica Roma, con il suo stigma di città eterna, sarebbe stata una scelta molto meno calzante.

Supereroi, girato esattamente due anni fa, a fine 2019, uscirà il 25 dicembre nelle sale distribuito da Medusa, che ha preferito aspettare piuttosto che arrendersi a una distribuzione non cinematografica. Nell’attesa, Paolo Genovese ha pubblicato un romanzo omonimo, per avvalorare quanto creda al potere di questa storia. Il film andrà a ritagliarsi uno spazio nella consistente nicchia di persone che durante le feste vogliono una forte dose di emozioni e romanticismo. Non solo risate. A Natale, a volte, anche un bel pianto può essere un toccasana.