Da vent’anni l’Unione Europea sostiene l’industria del cinema e dell’audiovisivo attraverso il Programma Media. In occasione di questo speciale anniversario, Media Desk, Antenna Media Torino in collaborazione con Mibac – Dg Cinema, Media Salles, Cinecittà Luce e The Business Street, che ospita anche l’iniziativa, hanno organizzato una giornata durante cui analizzare quanto fatto finora e quanto c’è ancora da fare specie in materia di digitalizzazione delle sale. Un meeting “europeo” dedicato in particolar modo alle nuove tecnologie e ai futuri schemi di finanziamento all’interno dell’Unione.
Secondo i dati presentati da Elisabetta Brunella, segretario generale di Media Salles, dall’1 gennaio 2011 a ottobre 2011 gli schermi digitali in Italia sono passati da 912 a 1080 (+18,4%), ma negli altri cinque principali mercati europei (Germania, Francia, Regno Unito e Spagna) l’incremento è stato molto più elevato: al 1° gennaio 2011, gli schermi digitali in Europa sono 10.341, pari al 30% del totale degli schermi, e tra fine 2011 e inizio 2012 il 50% del totale degli schermi dovrebbe essere attrezzato per il digitale, mentre 8.417, cioè l’81% degli schermi digitali, sono in grado di proiettare in stereoscopia. Lo studio presentato serve ad analizzare il processo di digitalizzazione stato per stato e nel complesso del Vecchio Continente. Ad esempio la Norvegia, che ha un sistema di sale molto ridotto, è già tutta digitalizzata, mentre in generale c’è da dire che la conversione riguarda ora multiplex e piccoli multisala, con le monoschermo molto poco digitalizzate in tutta Europa a fare da fanalino di coda.
Una criticità studiata anche dalla ricerca di Martin Kanzler, analista dell’Osservatorio Europeo dell’Audiovisivo, che ha sottolineato quanto siano alti per questo tipo di gestori i costi di conversione e gestione. A pesare inoltre sulla situazione italiana la carenza di un aiuto diretto sulla digitalizzazione che venga dai distributori o da una misura come il tax credit, inutilizzabile al momento per gli esercenti. Come lamentato da tutti gli ospiti del panel mattutino: da Paolo Protti, presidente AGIS-ANEC a Luigi Grispello vice presidente Media Salles passando per Carlo Bernaschi presidente ANEM fino a Nicola Borrelli, dg Cinema MIBAC.
La questione va risolta in tempi brevi perchè rischia di diventare una minaccia per il comparto: se non si arriva a una piena digitalizzazione delle sale si blocca il mercato che si troverà incastrato tra 35mm e digitale. E’ vero il digitale costa di più al momento della conversione e in termini manutentori ma abbatte i costi di produzione, sarebbe necessaria quindi una revisione del Virtual Print Fee per provare a risolvere il problema entro 3 anni al massimo quando a Hollywood smetteranno di distribuire su pellicola obbligando di fatto il cinema internazionale, trainato quasi ovunque dai titoli Usa, allo switch-off. Il passaggio totale al digitale rischia così di far diventare il prodotto di qualità da piccole sale, merce rara, e di far chiudere del tutto le sale di città, settore fondamentale per la fruizione e dunque la produzione di un certo cinema. L’obiettivo quindi non è solo la miglioria tecnica e il risparmio a lungo termine dei costi di distribuzione ma anche la salvaguardia delle cinematografie italiana e europea.
Dopo gli studi di Brunella e Kanzler (entrambi consultabili su http://www.obs.coe.int/oea_publ/european_digital_cinema.htmlportale dell’osservatorio europeo audiovisivo presso Consiglio d’Europa) il secondo panel della giornata si è focalizzato sulle misure per il futuro di Media riassunto nel progetto Creative Europe che si propone di stanziare 1,6 miliardi di euro per tutte le forme dello spettacolo di cui un 55% solo per l’audiovisivo. La proposta che includerà il nuovo Programma Media 2014-2020 insieme ad altre azioni a sostegno delle industrie culturali e creative, ha ancora davanti a sè un iter di 2 anni per essere approvata da Parlamento e Consiglio europeo prima del lancio definitivo a fine 2013.
Meno ambiziose ma comunque di grosso sostegno sono invece altre due iniziative presentate a chiusura dello European Day. Si tratta della presentazione del portale Olffi, sito operativo a partire dal 2012, che punta ad aggregare tutte le fonti di finanziamento presenti in Europa, unendo ad un data base sul financing un altro tipo di banca dati dedicata al Project Based che permetterà, una volta inserite tutte le caratteristiche di un progetto, di trovare le informazioni su misura per il reperimento dei fondi. Dopo il beta testing del 2012, Olffi mira, nel 2014, a estendere i suoi dati e informazioni anche a progetti pensati in Usa e Asia.
Molto interessanti e lodevoli le proposte fatte anche dal Fondo Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia che propone Ties That Bind (prima fase a maggio al Far East di Udine, seconda a ottobre 2012 al Pusan FF) corso di formazione per sviluppare progetti coinvolgendo 10 produttori, 5 asiatici e 5 europei, e When East Meets West, non finanziato da Media ma sponsorizzato perchè favorisce un meccanismo di co-produzione europeo: un forum per 20 progetti di Europa dell’Est, Italia e, solo per il 2012, dai paesi nordici.
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