I numeri della produzione indipendente

Al Meeting del cinema indipendente italiano si parte dalle cifre: su un campione di 60 società, la forma giuridica principale è la Srl; la maggioranza assoluta s'è costituita tra il 2006 e il 2015


MATERA. Approda nella futura capitale della cultura europea nel 2019 il 5° Meeting del cinema indipendente italiano, figlio dell’Associazione Giovani Produttori Cinematografici Indipendenti (Agpci). Oggi sono oltre 100 gli associati di questo network nato nel 2007 per volontà della giovane produttrice Martha Capello (Martha Production), insieme per affrontare le complesse sfide del mercato italiano. Da quest’anno, a riflettere su cifre, prodotto, luoghi di distribuzione, diversificazione della proposta e nuova legislazione, accanto all’Agpci si affianca per la prima volta la Federazione Italiana Cinema d’Essai (Fice), oltre ovviamente ad Anec e Agis, presenti a Matera sia con i loro rappresentanti territoriali che nazionali. A poche settimane dall’arrivo in Parlamento del DDL Franceschini sul cinema, è un’occasione per un confronto diretto tra produttori, distributori, esercenti, istituzioni e pubblico.

Nella seconda giornata del Meeting (incontri, tavole rotonde, pitch one-to-one, anteprime) si parte con i numeri, per capire da subito quale sia il profilo identitario della produzione indipendente italiana. Scopriamo così che, su un campione di 60 società, la forma giuridica principale è quella della Srl; la maggioranza assoluta si è costituita tra il 2006 e il 2015; un terzo sono start-up con una concentrazione altissima nel Lazio (29) seguita dalle regioni Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia (tutte a 5); l’età maggiormente rappresentata dei costituenti legali è tra i 36 e i 40 anni; solo il 28% delle aziende è guidato da donne; oltre i due terzi ha un capitale sociale superiore ai 40mila euro.

Per quanto riguarda il tipo di produzione, al primo posto troviamo ovviamente video-clip e prodotti pubblicitari (376), seguiti da documentari (187), cortometraggi (151) e web series (40). Per quanto riguarda i feature films, risulta interessante il dato riguardante i generi: accanto alle commedie (106) c’è un numero non indifferente di musical (11) e crime (6) prodotti, di cui è difficile poi ritrovare traccia in sala.
Alto il livello di sceneggiature originali opzionate (bassissimo invece il numero di opzioni per prodotti letterari), la maggioranza delle società ha avuto collaborazioni con produzioni estere, spesso con presenza maggioritaria. I fondi di sostegno arrivano – a decrescere – dalle Film commission regionali, dal tax credit interno ed estero, dal MiBACT, da MEDIA e in buona misura anche dal crowdfunding.
La ricerca ci dice ancora che le produzioni italiane amano fare network tra loro e che la maggioranza delle produzioni ha un budget di spesa entro i 50mila euro (320 produzioni), seguite da quelle entro i 100mila (59) e da 1 milione di euro (20). 

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11 Marzo 2016

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