Annunciato come una commedia con ritornanti, I morti non muoiono di Jim Jarmusch, in sala dal 13 giugno con Universal, sceglie in realtà la strada di uno zombie movie abbastanza classico, quasi un remake de La notte dei morti viventi di Romero, con qualche battuta riuscita che rompe la quarta parete, un gioco meta-cinematografico abbastanza prevedibile sul personaggio di Tilda Swinton (comunque bravissima) e un afflato ecologista che modernizza un po’ il concetto senza innovare il canovaccio, dalla politica all’ambientalismo, intenzione confermata dal regista in conferenza stampa : “In generale – ha detto al Festival di Cannes, dove il film era stato scelto per aprire la kermesse – la politica mi interessa poco e rappresenta una distrazione. Non penso che l’ecologia sia un problema politico. Sono più preoccupato di rendere la gente cosciente di cosa serve al pianeta. La politica non salva niente, controlla solo il mondo attraverso le corporazioni ma se ciascuno di noi decidesse di boicottare quelle che non gli piaccoino potrebbe seriamente metterle in pericolo. Abbiamo più di una possibilità. E come dice un personaggio del film, dobbiamo imparare ad apprezzare i dettagli, soffermarci sul tempo che ci viene dato, questo è amore per la vita. Come in Solo gli amanti sopravvivono i vampiri erano una metafora per una storia d’amore eterno, anche qui usiamo gli zombi come metafora per questi temi. Volevo evitare di fare un film troppo splatter e per questo ho voluto che al posto del sangue gli zombie gettassero fuori polvere”.
La trama è abbastanza classica. Nella sonnacchiosa cittadina di Centreville, qualcosa di strano sta accadendo: insoliti fenomeni meteo e bizzarri comportamenti da parte degli animali domestici, però, sono solo il primo segnale di un problema ben più grande.
Quanto agli zombi e all’horror, Jarmusch conferma la loro valenza metaforica : “Amo tutti i generi e forse non sono un grande esperto di horror, ma adoro registi horror anche contemporanei come Carpenter e Raimi. E anche Mario Bava e Dario Argento. Romero il genere lo ha rivoluzionato, ponendo una minaccia che non venisse dall’esterno della società, come Dracula o Frankenstein, ma dal suo interno, e ne fosse anche vittima. La cosa che mi terrorizza nella vita è proprio assistere al declino della natura”.
Nel cast Bill Murray, Adam Driver, Tom Waits, Chloë Sevigny, Steve Buscemi, Danny Glover, Iggy Pop e Selena Gomez. Il pezzo che accompagna il film, e che si intitola nello stesso modo, è del musicista country Sturgill Simpson.
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