“Tiepide accoglienze”, hanno scritto a proposito dei commenti e delle recensioni seguiti alla proiezione de L’ora di religione. Sarà, ma intanto Bellocchio, una Palma, l’ha già vinta. Se uno si prende la briga di scorrere “les étoiles de la critique”, che appaiono sull’ultima pagina della edizione quotidiana di “Le Film Français”, si accorge che su quindici testate d’oltralpe, due danno a L’ora di religione, la massima valutazione prevista, la “Palma d’oro”. Ciò vuol dire che quelle due testate lo hanno amato “à la folie” e che per loro sarebbe passibile del premio più ambito del Concorso.
Ora è vero che, nell’elenco dei film presentati a tutto il 22 maggio, ce ne sono due che si sono visti assegnare tre “Palme d’Oro” preventive e un altro (L’uomo senza passato dì Kaurismaki) addirittura otto. Tuttavia nessun film sinora, al di fuori di quello di Bellocchio, ha messo d’accordo le due più importanti riviste francesi di cinema, i ‘”Cahiers” e “Positif”. La cosa probabilmente non vi commuoverà: sarebbe, penserete, come se in Italia fosse stato amato alla follia, per esempio da “Cineforum” e “FiImcritica”, oppure da “Cinema Sessanta” e “Segno Cinema”, cioè da riviste molto serie, ma che raggiungono solo un gruppo ristretto di lettori e, di conseguenza, non fanno opinione, come invece la fanno le recensioni sui quotidiani (o si suppone che facciano, visto il ridimensionamento imposto dalle rispettive direzioni, ma questo è un altro discorso).
Invece in Francia succede il contrario: le riviste, specie “Cahiers” e “Positif”, fanno opinione eccome, certo più dei quotidiani.
Ma c’è dell’altro. Da quando sono nate, “Cahiers” e ”Positif” sono in reciproca polemica, appartengono a due scuole critiche opposte. Mai, a nostra memoria, abbiamo letto due giudizi coincidenti sullo stesso film. Forse qualche giudizio negativo, vista la massa di brutti film, senza appeIlo, che le due riviste in vita loro sono state costrette a recensire. Certo non un giudizio positivo: neanche quando si trattava di Antonioni, Fellini e Rossellini; o di Godard e Truffaut.
La Nouvelle Vague era un parto dei “Cahiers”, di conseguenza guardata con sospetto da “Positif”. In tempi più. recenti “Positif” ha inserito i Cahiers” nel “Triangolo delle Bermude”, vale a dire tra le testate che si divertono ad affondare o a ignorare il cinema italiano. Davanti al film dì Bellocchio, fatto inaudito, si sono inchinate entrambe.
Fatto inaudito epperciò meritevole di essere segnalato.
Non sappiamo se riuscirà a influenzare il lavoro della giuria. Ne dubitiamo; però, nel frattempo, Bellocchio una bella soddisfazione, se l’è già presa.
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