I critici su Amos Gitai

“Amo il mio paese, dove sono tornato a vivere, e lo critico quando mi sembra il caso”. Così Amos Gitai (leggi l’intervista) ha aperto ieri la Selezione ufficiale di Cannes 2002.
Ed ecco come la critica italiana ha accolto il suo film coprodotto da Rai Cinema e B.I.M. Film.
Fabio Ferzetti su “Il Messaggero” lo definisce “politicamente esplosivo” e Roberto Silvestri su “Il manifesto” lo descrive come “film che non celebra retoricamente gli eroi e le eroine della patria né rende l’onore delle armi al nemico ma termina (…) con due monologhi di insostenibile potenza emozionale, sbriciolando qualunque ipocrisia nazionalista bipartizan”.
Più critico il giudizio di Lietta Tornabuoni su “La Stampa”: “Amos Gitai ha diretto Kedma molto bene, con pathos asciutto e con pensiero contemporaneo, ma evidentemente per il pubblico israeliano: spesso il film risulta incomprensibile per chi non conosca già bene la storia di Israele”.
Perplessità anche per Tullio Kezich sul “Corsera” secondo il quale il film, “duro, crudo e mobilissimo” si ferma “a un passo dalla riuscita rischiando il pollice verso”.