Keanu Reeves, una delle star più amate di Hollywood, sembra essere di umore riflessivo negli ultimi tempi. Con sette progetti in cantiere, l’attore, che compie 60 anni il 2 settembre, non sta rallentando, ma il compleanno incombente inietta in lui uno spirito filosofico che, a pensarci bene, gli calza a pennello.
“Ho 59 anni, quindi penso sempre alla morte”, ha dichiarato a BBC News, aggiungendo che secondo lui è una cosa positiva per tutti. “Speriamo che non sia invalidante, ma che ci sensibilizzi ad apprezzare il respiro che abbiamo e le possibili relazioni che potremmo avere”.
Eh si, Keanu Reeves non tradisce mai la sua aura da attore “Zen-cool” che lo hanno reso un meme eterno di Internet e un esempio di positività nell’era delle condivisioni social. Tra parentesi: lui non ha mai usato e tutt’ora è fuori da qualsiasi social network.
Ora che si appresta a tagliare il traguardo dei sei decenni, il suo fascino non sembra essere invecchiato di un giorno dai tempi di Matrix e Point Break. È come se dovesse festeggiare 3 volte 20 anni, piuttosto che 60. C’è chi dice, scherzando – ma non troppo – che potrebbe essere immortale o aver ricevuto in dono, per la sua estrema generosità, un elisir di eterna giovinezza. Ma lasciamo stare le “fandonie da rete” e torniamo alle origini. Le sue.
Il 2 settembre del 1964, nella vivace città di Beirut, in Libano, nasce una stella, anche se – come è giusto che sia – quando succede nessuno lo sa. Keanu Charles Reeves è figlio di Patricia Taylor e Samuel Nowlin Reeves Jr. La madre inglese ha intrapreso la carriera di showgirl, abbagliando il pubblico con le sue performance. E deve aver incantato anche Samuel Reeves, già sposato, che proviene da un ambiente molto diverso. È un geologo di professione ed è davvero di un altro mondo: le sue radici si estendono infatti in tutto il Pacifico dal portogallo alle Hawaii. Suo padre, il nonno di Keanu, era di origine cinese hawaiana. Questa miscela di eredità orientali e occidentali giocherà un ruolo significativo nel plasmare la visione del mondo di Keanu e la sua capacità di incarnare personaggi diversi sullo schermo.
Il suo nome è la forma abbreviata dell’hawaiiano Keaweaheulu, che significa “brezza leggera che sale (dal mare verso i monti)” ovvero “brezza di mare”. Anche se la traduzione letterale di Keanu è semplicemente “la frescura” (in hawaiiano, “ke” è l’articolo determinativo, e “anu” significa “freddo, freschezza, frescura”).
La mescolanza, da una parte. Il movimento, dall’altra. Ecco il secondo ingrediente di una personalità forgiata nella libertà, nell’apertura agli altri e alle esperienze più disparate. Fin da giovane, la vita di Reeves è caratterizzata da continui spostamenti e cambiamenti. La sua prima infanzia la spende tra Libano, Australia e Stati Uniti (New York), prima di stabilirsi a Toronto, in Canada, quando Keanu ha solo 6 anni. Lo stile di vita nomade lo espone ai venti culturali più diversi favorendo un senso di adattabilità e resilienza che si sarebbe poi manifestato nella sua carriera di attore.
Keanu non è solo. Accanto a lui una sorella più piccola di due anni: Kim a cui dedica un bene assoluto e una devozione commovente. Il legame si stringe e fanno squadra quando la vita presenta le prime sfide. E arrivano presto, anzi subito. Samuel Nowlin Reeves Junior lascia la famiglia quando Keanu ha solo 3 anni e Kim è nata da poco. il vuoto che si crea è simile a una voragine. Patricia si ritrova a dover gestire tutto da sola e a perseguire la sua carriera. Non è facile da mono-genitore, così si risposa più volte. Al crescere del numero di patrigni non aumenta però la nostalgia per il padre biologico. Il rapporto tra Keanu e Samuel è distante e sporadico. L’ultima volta si vedono è durante un viaggio alle Hawaii. Un breve incontro quando il giovane Reeves ha solo 13 anni. Forse nessuno dei due lo sa in quel momento, ma sarebbe stato il loro ultimo.
L’assenza di una figura paterna costante nella sua vita solleva domande intriganti sull’approccio di Keanu ai ruoli maschili nei suoi film. I suoi ritratti sfumati di uomini complessi potrebbero essere, in parte, un’esplorazione della figura paterna che non ha mai veramente conosciuto? Nonostante le sfide della sua vita familiare, o forse proprio a causa di esse, Keanu ha sviluppato un forte senso di sé e una visione del mondo peculiare.
A Toronto, Keanu frequenta numerose scuole, tra cui la sui generis Avondale Secondary Alternative School. È qui che sono stati piantati i semi della sua futura carriera, nutriti da una filosofia educativa che valorizzava l’individualità e l’espressione artistica. Ma non è tutta rose e fiori, anzi. Le spine si chiamano: dislessia e disturbo dell’apprendimento. Alla difficoltà di imparare Keanu reagisce sviluppando straordinarie capacità di memorizzazione. E una inclinazione allo sport che lo rende un atleta dotatissimo. Diventa portiere di hockey su ghiaccio così bravo da meritarsi il soprannome di The Wall, il muro. E per lui ci sarebbe un futuro radioso nelle arene di questo sport, ma decide diversamente.
Ma è proprio l’hockey il suo viatico per il mondo del cinema a cui accede quando ha soli 17 anni dopo aver deciso di diventare attore. il suo primo ruolo da protagonista è in un film ambientato nel contesto dell’hockey sul ghiaccio, appunto: Spalle larghe con Rob Lowe.
Ha 22 anni ed è subito chiaro che il ragazzo farà strada, nonostante il suo nome. Già, il suo nome. Quando Keanu si presenta per la prima volta a Hollywood, infatti, il suo agente pensa che il signor “brezza oceanica” sia troppo esotico, e per questo all’inizio della sua carriera lo troviamo alle volte accreditato semplicemente come K.C. Reeves, Norman Kreeves o Chuck Spadina.
Tragedia e successo si mescolano nella vita di Reeves. È il 1991 quando fa coppia nel film cult Belli e Dannati di Gus Van Sant con un giovane già mitico: River Phoenix, stella di Stand by me, Mosquito Coast e Le ragazze di Jimmy. Keanu e il nuovo James Dean (come viene definito) stringono una grande amicizia durante la lavorazione del film, legando per le loro esperienze comuni di giovani attori che si trovano ad affrontare le insidie della vita da celebrità.
Insidie che si manifestano nel modo peggiore il primo ottobre del 1993. River Phoenix si accascia e muore per un’overdose di sostanze stupefacenti fuori dal Viper Room, un popolare nightclub sulla Sunset Strip. Tra le braccia del fratello Joaquin.
Quella morte orribile e improvvisa ha un enorme impatto su Reeves che in più di un’intervista descrive come un campanello d’allarme che lo ha costretto a confrontarsi con la propria mortalità e di conseguenza sollecitando un senso di urgenza nello sfruttare al meglio il suo tempo e il suo talento.
Mentre i successi si inanellano con una frequenza miracolosa – basti pensare a il Piccolo Buddha di Bernardo Bertolucci (1993), Speed di Jan de Bont (1994), Johnny Mnemonic di Robert Longo (1995), Il profumo del mosto selvatico di Alfonso Arau (1995), L’avvocato del diavolo di Taylor Hackford (1997) e soprattutto Matrix di Lana e Lilly Wachowski (1999) – nuove tragedie incombono sulla sua esistenza.
Nel 1999, Keanu e la sua fidanzata, Jennifer Syme, aspettano con ansia la nascita della loro figlia. La gioia si trasforma in un dolore bruciante quando Ava nasce morta all’ottavo mese. La perdita della figlia porta anche alla separazione dei due, ma non alla fine del loro amore. Cosa che avviene terribilmente pochi mesi dopo: il 2 aprile 2001 Jennifer Syme resta uccisa in un incidente stradale a Los Angeles. A solo ventotto anni.
Come si fa a superare dolori così immensi? Per Keanu, la risposta sembra essere nel lavoro, dove può incanalare il dolore nelle sue interpretazioni. Gira 18 film nel primo decennio del 2000 tra cui i due sequel di Matrix che lo consacrano attore di culto per sempre.
Nel bel mezzo di questa tempesta esistenziale, riceve una notizia che scuote il suo mondo ancora una volta: la sua amata sorella Kim ha la leucemia. Keanu è sempre al suo fianco, fornendole sostegno emotivo e finanziario, ritardando persino le riprese dei due film delle sorelle Wachowski pur di starle accanto in momenti particolarmente critici. Il suo incredibile sostegno ha giocato un ruolo cruciale nella guarigione finale di Kim, la cui leucemia è entrata in remissione nei primi anni ’20. Sulla scia di questa tremenda battaglia contro il male, Keanu ha istituito una fondazione privata per sostenere la ricerca sul cancro e gli ospedali pediatrici. A differenza di molti enti di beneficenza, Keanu ha scelto di non associare il suo nome alla fondazione. Non ha mai discusso pubblicamente i dettagli, preferendo lasciare che le sue azioni parlassero più delle parole.
Il suo impegno per la privacy si estende a tutti gli aspetti della vita personale di Keanu. Nonostante sia uno dei volti più riconoscibili di Hollywood, è riuscito a mantenere un livello di mistero raro nell’era dei social media e della copertura giornalistica delle celebrità 24 ore su 24. Non ha account pubblici sui social media, rilascia raramente interviste sulla sua vita privata e non si vede quasi mai a eventi hollywoodiani di alto profilo. Eppure, paradossalmente, proprio questa riservatezza è servita ad aumentare il fascino del pubblico su Keanu.
La sua riluttanza a partecipare al gioco delle celebrità lo ha reso un enigma, creando la sensazione che ci sia sempre qualcosa in più da scoprire su di lui. Le esperienze di Keanu con la perdita e la malattia, e la sua risposta a queste sfide, lo hanno indubbiamente plasmato sia come attore che come persona.
La profondità delle emozioni che porta nelle sue interpretazioni, l’empatia che mostra verso gli altri e il suo impegno a usare il suo successo per fare una differenza positiva nel mondo sembrano derivare da queste esperienze personali.
Ha imparato più di 200 mosse di arti marziali per Matrix Reloaded (2003).
Ha imparato a fare surf per il suo ruolo in Point Break – Punto di rottura (1991)
Ha accettato una riduzione del 90% del suo stipendio per Le riserve (2000) per far sì che la produzione potesse ingaggiare Gene Hackman. In precedenza, aveva decurtato di 2 milioni di dollari il suo stipendio per permettere ad Al Pacino di essere scritturato per L’avvocato del diavolo (1997).
Sua madre, Patricia Reeves, era anche una costumista per rockstar come Alice Cooper.
Keanu si è procurato la cicatrice addominale a causa di un incidente in moto nel Topanga Canyon. Stava facendo un “giro demoniaco” (senza fari di notte) quando si è schiantato contro il fianco di una montagna. È stato ricoverato per una settimana con costole rotte e milza spappolata. Quando i paramedici sono venuti a prenderlo, un apprendista tecnico di medicina d’urgenza ha preso un’estremità della barella… poi l’ha fatta cadere per errore!
Il 31 gennaio 2005 gli è stata assegnata una stella sulla Hollywood Walk of Fame.
Ha nominato Peter O’Toole come l’attore che lo ha influenzato di più.
Suo padre era un geologo che ha scontato una pena in prigione.
È stato manager di un negozio di pasta a Toronto, Ontario.
Classificato al n. 23 nella classifica “The Top 100 Movie Stars of All Time” della rivista Empire (UK).
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