A otto anni dall’ultima trasposizione cinematografica dell’universo ideato dalla scrittrice statunitense Suzanne Collins torna sui grandi schermi una delle distopie più amate: Hunger Games. La ballata dell’usignolo e del serpente, in sala dal 15 novembre con Medusa Film, è un prequel che si propone di rivelare le origini di alcuni personaggi già presentati e dei distretti e della Capitale al centro delle vicende. Casomai foste nuovi a quest’avventura nata su carta nel 2008 e giunta al cinema appena quattro anni dopo, ecco alcuni elementi da tenere a mente durante la visione del film.
Un ripasso degli episodi precedenti potrebbe essere utile, ma il prequel permette anche ai neofiti di Panem di avvicinare l’ultimo adattamento dell’opera della Collins. La ballata dell’usignolo e del serpente si ambienta infatti 64 anni prima degli eventi del primo libro. L’autrice ha dato alle stampe questa nuova storia nel 2020, raccontando il passato del villain della trilogia originale: Coriolanus Snow, futuro Presidente e dominatore autocrate di Capitol City e di tutta Panem. Nella trilogia originale era interpretato da Donald Sutherland, mentre nel prequel è il giovane Tom Blyth a offrirne una nuova e inedita prospettiva.
Al centro del racconto ritroviamo i temibili Hunger Games, giochi all’ultimo sangue ideati per controllare i distretti ribelli che lavorano senza sosta per mantenere il benessere della sola capitale di Panem. Nel film è narrata la decima edizione della sanguinolenta manifestazione, che vede Coriolanus scommettere il destino della propria casata, caduta in disgrazia dopo la guerra civile finita da dieci anni, sul tributo di cui si deve occupare. Ci troviamo dunque nell’occhio del ciclone di quest’universo narrativo, quando il personaggio prende le scelte che ne decideranno il futuro. Da studente ambizioso a efferato dittatore: come nasce un villain e in che modo la sua storia può mettere in discussione ciò che credevamo di conoscere (e odiare) di lui? A questo risponde La ballata dell’usignolo e del serpente. Il passato di Panem è, se possibile, persino più cupo e crudo del futuro già osservato: ecco perché il film diretto da Francis Lawrence è il più “violento” della saga, in USA vietato ai minori di 13 anni.
Prima di Katniss, eroina della trilogia originale, interpretata dieci anni fa dall’allora stella nascente Jennifer Lawrence, ci fu Lucy, combattiva co-protagonista di questo prequel. La presenza di figure femminili ribelli e pronte a tutto per la salvezza dei propri cari è elemento fondamentale nella saga di Collins, che non a caso inserisce una figura rivoluzionaria anche narrando le radici del racconto. Nel film la interpreta Rachel Zeegler, già ammirata nell’incantevole West Side Story di Steven Spielberg. I due personaggi si somigliano vagamente, ma Lucy ha tanto di nuovo da raccontare e, anzi, il suo sviluppo aiuterà a comprendere meglio il futuro di questo mondo e così di Katniss stessa. Scopriamo infatti che Lucy ha scritto la ballata resa nota da Katniss nei film precedenti (ambientati anni dopo), The Hanging Tree. Non sottovalutate le “ballate” di questi film, ognuna di essa rappresenta un distretto e si collega ad eventi già mostrati o essenziali per il futuro della saga.
Il prequel costruisce il futuro presidente Snow pezzo per pezzo, mostrandone ombre e luci ancora confuse. A chi dunque il difficile ruolo del nemico di riferimento? Ne La ballata dell’usignolo e del serpente è la spietata dottoressa Volumnia Gaul, supervisore degli Hunger Games interpretata da Viola Davis. Sua la mente dietro le armi sperimentali che fanno il loro esordio nella Capitale, suo, soprattutto, il tarlo malefico che verrà lentamente iniettato nel giovane Snow.
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