‘How To Have Sex’, quando la prima volta è un incubo

In uscita al cinema dal 1° febbraio con Teodora e Mubi l'opera prima di Molly Manning Walker con una notevole Mia McKenna-Bruce nel ruolo di un'adolescente che scopre il sesso durante una vacanza con le amiche


Se nel cinema contemporaneo il coming of age è uno dei percorsi più praticati, How To Have Sex ne dà una declinazione piuttosto originale. L’opera prima di Molly Manning Walker – premiata a Un Certain Regard a Cannes, agli EFA come Film rivelazione, presentata con successo da Alice nella città, ora in uscita al cinema dal 1° febbraio con Teodora e Mubi – ha allo stesso tempo l’energia e la disperazione dell’adolescenza e rappresenta assai bene l’implosione emotiva di un personaggio che vive la sua prima volta durante una vacanza a Creta con le amiche del cuore, una vacanza che si preannuncia indimenticabile ma lo sarà per tutt’altri motivi.

Il titolo non tragga in inganno. Più che un manuale su “come fare sesso”, How To Have Sex è l’esatto contrario, dunque una riflessione che parte da spunti anche autobiografici su ciò che una giovane donna dovrebbe evitare o imparare a gestire anziché essere manipolata e sopraffatta. In tempi di #MeToo e in cui si parla tanto di consenso, spesso banalizzando le posizioni dei due sessi, questa riflessione è non solo utile ma addirittura illuminante, anche se al contempo molto disturbante. Ci troviamo a fare un breve e intenso viaggio nell’animo e nei turbamenti di una diciassettenne che affronta non il primo amore ma una prima volta casuale e urticante, come la sabbia della spiaggia di Malia, sabbia che “entra dappertutto”. Quel luogo è una sorta di fabbrica del divertimento a basso costo, su un’unica strada si susseguono locali notturni dove spadroneggiano la musica techno e i giochi sessuali espliciti sotto la conduzione di DJ che invitano a lasciarsi andare all’onda dell’erotismo facile. La notte è lunga, l’alcol scorre a fiumi, ma la mattina dopo restano solo cumuli di spazzatura e giovani corpi percorsi dalla nausea.

Tara (la notevole Mia McKenna-Bruce, vista in Persuasione), sbarca da un aereo per una vacanza al mare con le amiche di sempre e per sempre, che sono la disinibita e intrigante Skye (Lara Peake) e l’empatica Em (Enva Lewis), dichiaratamente omosessuale. Camera con vista piscina, forte dosi di alcolici, notti insonni, musica ad alto volume, balli frenetici e luci accecanti, sono gli ingredienti obbligatori di questa estate che si vuole indimenticabile e unica. L’acqua del mare è fredda, tutt’altro che un liquido amniotico avvolgente e protettivo, le mamme, da casa, mandano messaggi affettuosi, a cui si risponde a monosillabi.

La perdita della verginità è un tema che ha precedenti molto alti nella letteratura anglosassone (vedi La campana di vetro di Sylvia Plath) ma anche nel cinema, da Juno a Il giardino delle vergine suicide sia pure con sfumature diverse. Qui viene da subito annunciata come il “compito” affidato a Tara dalle sue amiche. Il trio fa ben presto amicizia con i vicini – il loro balcone si affaccia su quello dei ragazzi – che sono il più complice e simpatico Badger (Shaun Thomas) con cui sembra nascere un feeling immediato, il muscoloso Paddy (Samuel Bottomley) più navigato e cinico, insieme a Paige (Laura Ambler) che avrà un flirt con Em.

La regista, che si è formata come direttrice della fotografia, si dichiara interessata alla pressione sociale che le prime esperienze sessuali hanno sui giovani e affronta tutto questo sempre dal punto di vista della ragazza che non verbalizza e forse non ammette neanche con se stessa le proprie emozioni e il vissuto che certamente si porterà dietro negli anni a venire. Tara non riesce mai a dire come si sente né al ragazzo che in qualche modo la forza, anche se non esplicitamente, ad avere un rapporto completo a cui non è pronta, né agli altri e neppure a se stessa. Intanto la sua carriera scolastica sta naufragando per una bocciatura. Del resto, Walker aveva già affrontato questi argomenti nel corto Good Thanks, You? in cui raccontava le conseguenze di uno stupro esplorando come la violenza sessuale sia spesso soffocata dal silenzio.

Prima di girare la regista e il suo team hanno condotto dei focus group in tutto il Regno Unito, concentrandosi su città come Manchester, Nottingham e Londra, per tracciare una mappa emozionale su come i giovani percepiscono il sesso oggi. I partecipanti sono stati divisi in gruppi maschili e femminili per leggere parti della sceneggiatura di How To Have Sex e poi commentarle. Riguardo all’esperienza sessuale che vive Tara c’è chi ha detto non era un’aggressione, e persino chi ha affermato che “Le ragazze devono assumersi la responsabilità e non ubriacarsi così tanto”.

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25 Gennaio 2024

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