GUIDO MANULI


Oltre 13 miliardi il costo; 268 artisti impegnati, 242mila disegni, 1390 scenografie colorate a mano, 250 scenografie 3D. Queste le cifre di Aida degli alberi, film di Lanterna Magica, prodotto da Medusa e Aida Ltd in collaborazione con Tele+, per la regia di Guido Manuli. Il cartoon uscirà il prossimo 21 dicembre in 100 sale e sarà interessante vedere quanto il botteghino premierà la sfida lanciata alla Walt Disney, anche se c’è il rischio che il pubblico si divida tra Aida degli alberi e Momo di Enzo D’Alò.
Realizzare un film d’animazione costa tre volte in più di un film medio, parola di Federico Di Chio amministratore delegato di Medusa, e per competere con il colosso Disney pronto a investire 100/150 milioni di dollari, si è scelto di puntare per Aida degli alberi su alcuni elementi forti per conquistare il grande pubblico.
Innanzitutto la capacità immaginativa e visionaria dei creatori italiani; il marchio di qualità di un compositore come Ennio Morricone e di uno sceneggiatore come Umberto Marino (già autore degli script di La freccia azzurra e la gabbanella e il gatto); la scelta di un soggetto, l’opera verdiana, che possa arrivare anche al mercato americano; le voci dei doppiatori come Massimo Lopez e Enzo Iacchetti; il coinvolgimento di Caterina Caselli Sugar per la ricerca degli interpreti musicali; la presenza dei cantanti Filippa Giordano (già apprezzata in La leggenda del pianista sull’oceano di Giuseppe Tornatore), Peppe Servillo (voce leader della Piccola Orchestra Avion Travel), Mick Hucknall (voce dei Simply Red) e della giovanissima Helena.
Guido Manuli, che ha diretto Aida degli alberi, ha lavorato a lungo come sceneggiatore e direttore artistico nello studio di Bruno Bozzetto e ha curato la coregia di Volere Volare con Maurizio Nichetti e diretto il lungometraggio Monster Mash, oltre a realizzare spot, sigle televisive e cortometraggi.

Come sono nati i personaggi delle città di Petra e del regno di Arborea?
Per oltre 4 mesi abbiamo lavorato su figure umane ma ogni volta parevano già viste, saltavano fuori sempre uguali a certi stereotipi disneyani o spielberghiani. Così ci siamo concentrati su personaggi fantastici, privilegiando una dimensione epica ma totalmente immaginaria: gli eroi potevano essere qualcosa di molto vicino a figure mitologiche, umani con teste di animali.

Come vi siete rapportati con il concorrente Disney?
Nella fase d’ideazione di Aida degli alberi era appena uscito nelle sale Il principe d’Egitto, e subito abbiamo capito che non potevamo competere con un prodotto simile. Abbiamo allora pensato a tradurre in chiave “fantasy” la vicenda dei due mondi contrapposti di “Aida”, quello egiziano e quello etiope.

La caratterizzazione dei buoni e dei cattivi non è così marcata, perché?
Non c’è una ragione particolare, non ho pensato ai cattivi come brutti e ai buoni come belli, tanto più che nel finale i due mondi, le due civiltà devono convivere in pace. L’unico cattivo veramente brutto è Ramfis, il sacerdote che trama.

Il disegno non ricorda quello giapponese?
Il gusto dei ragazzi è cambiato. Certo i cartoon giapponesi hanno dato una svolta con le famose serie dedicate ai robot. Mi piace il loro stile, tanto più che li considero all’avanguardia nel disegno animato. Del resto oggi il cinema d’animazione s’avvicina per montaggio e tecnica al film dal vero.

Il film ha richiesto una lunga lavorazione?
Sì, un grosso impegno produttivo, anche perché non abbiamo avuto sufficienti disegnatori a disposizione, impegnati putroppo in altri cartoon, Momo e Johan Padàn. Così uno studio coreano ha fatto il 70 per cento dell’animazione, il restante 30 in Italia. E’ stato un lavoro d’equipe che ha coinvolto anche persone in Belgio, Spagna, Polonia, Francia, l’animazione in 3D è stata realizzata a Milano.

Non c’è in alcuni momenti un eccesso di violenza?
Forse lo sguardo di un adulto scorge scene violente e comunque vengono sempre temperate subito dopo da atmosfere tranquille. Può darsi che la battaglia con il mostro sia cruenta, ma se penso ai videogames che capitano tra le mani di bambini piccoli… Comunque quando faccio film gioco, in fondo la mia vera età è di 7/8 anni.

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14 Dicembre 2001

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