Colma una lacuna storica importante la mostra Guglielmo Marconi Vedere l’invisibile al VIVE (Vittoriano e Palazzo Venezia) dall’8 novembre 2024 al 25 aprile 2025, promossa dal MiC e curata da Cinecittà e Archivio Luce. A presentarla il sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni che l’ha fortemente voluta: “Marconi è stato dimenticato, a dispetto delle tante piazze, strade e dell’aeroporto di Bologna a lui intitolati, non tutti sanno chi fosse, specie tra i giovanissimi, che lo credono un pilota di aerei o un attore. Eppure è stato un genio, un uomo che riuscì a vedere oltre, l’inventore della radio e del wireless, comprendendo la reale portata delle onde hertziane. Premio Nobel per la fisica nel 1909, precursore di nuove tecnologie, pioniere delle telecomunicazioni, imprenditore moderno e startupper, come si direbbe oggi. Uomo pubblico, fu amico di Gabriele D’Annunzio, amato dalle donne, due volte sposato, pacifista, legato all’Italia ma con ottimi rapporti con l’Inghilterra e il mondo anglosassone”.
Per il presidente della Commissione Cultura della Camera Federico Mollicone: “Questa mostra è la giusta celebrazione di un genio italiano, non soltanto per aver rivoluzionato il mondo come gli è stato riconosciuto anche da grandi guru del digitale come Steve Jobs, ma anche per aver unito creatività italiana e impresa”.
Per Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà, l’importanza di questa mostra sta anche nell’aver recuperato molti documenti inediti. “Ci sono state ricerche in Italia e all’estero. Abbiamo ricostruito la storia familiare, personale, ma anche pubblica di questo genio italiano, vedendolo come persona nel suo complesso. Appare in alcuni filmati dell’Archivio Luce eccezionali. E a dicembre ci sarà una sorpresa per le famiglie, una sala immersiva”.
“Grazie a questi documenti – scrive poi Sbarigia nel catalogo pubblicato da Silvana Editoriale – riscopriamo che paese fosse l’Italia tra Ottocento e Novecento. Un paese laboratorio in formazione, dove si inventa la radio, dove esplode la prima avanguardia storica, il Futurismo, dove Pirandello – che ritroviamo vicino a Marconi nelle fotografie Luce – rompe per sempre la quarta parete del teatro. Dove nasce la prima vera industria cinematografica. Un paese aperto, internazionale, di cui Guglielmo è uno dei simboli”.
Edith Gabrielli, direttrice del VIVE (Vittoriano e Palazzo Venezia) sottolinea come la vita di Marconi, nato a Bologna il 25 aprile 1874 e morto a Roma nel 1937, scorra in parallelo con le date salienti dei due edifici storici, oggi gestiti dal MiC.
Elettra Marconi, l’ultima figlia, che sarà presente domani all’inaugurazione, si dice “piena di gioia” per questa iniziativa, mentre Guglielmo Giovanelli Marconi parla del suo antenato in questi termini: “Fu non solo inventore ma umanista, un uomo che amava la cultura a tutto tondo e che appartiene al mondo. Più volte gli proposero la cittadinanza britannica, ma volle restare italiano. E quando morì ci furono due minuti di silenzio in ogni paese, tutti i marconisti si fermarono per onorare un’invenzione che aveva salvato e salvava tante vite umane: la sua fu una scienza etica”.
Giulia Fortunato, presidente della Fondazione Guglielmo Marconi e del Comitato nazionale per le celebrazioni del 150° anniversario della nascita, ricorda come Marconi fosse “figlio della Belle Epoque”. E sul suo rapporto col fascismo osserva: “Bisogna vederlo nel contesto storico, fu anche un influente diplomatico e d’altronde gli imprenditori sono sempre filo governativi”.
Padre Paolo Benanti, professore dell’Università Gregoriana ed esperto di Intelligenza Artificiale, lo proietta nel futuro: “La sua ricerca sul linguaggio e la comunicazione sfocia oggi in Chat GPT. Come imprenditore è un antesignano del modello della Silicon Valley: infatti non vende il suo brevetto ma il servizio, ogni nave ha il marconista, il Marconi man. Anche il radiofaro fu una sua invenzione che consentì alle navi una rotta sicura nelle nebbie. Marconi ci lancia messaggi per il futuro”.
Giovanni Paoloni, professore della Sapienza, lo considera un “anticonformista dal punto di vista scientifico”. E sul ruolo politico avuto nel fascismo, afferma: “Fece parte della delegazione italiana a Versailles dopo la prima guerra mondiale e non fu contento dei risultati raggiunti. Certamente apprezzava il nazionalismo di Mussolini e il fatto che il fascismo pose fine al cosiddetto biennio rosso. Nel ’23 si iscrive al PNF, ricopre incarichi come la presidenza dell’Accademia d’Italia. Però espresse anche contrarietà all’entrata in guerra dell’Italia a fianco della Germania e Mussolini si risentì”. D’altronde alla sua morte venne salutato con imponenti funerali di Stato.
La mostra, che ce lo restituisce in otto sezioni, dalla giovinezza alla conquista transatlantica, è promossa dal MiC e realizzata da Cinecittà e Archivio Luce con il patrocinio e il contributo del Comitato Nazionale Marconi.150 e con la collaborazione della Fondazione Guglielmo Marconi. 34 sono gli enti che hanno prestato il materiale esposto, tra cui la Bodleian Libraries di Oxford, il MAECI, il Museo Storico della Comunicazione di Roma, l’Accademia dei Lincei, la Marina Militare, l’Esercito Italiano e l’Aeronautica Militare.
Gli sponsor sono ENEL, Fincantieri e Terna, con il supporto di Fondazione Leonardo che ha contribuito con il documentario Elettra, la nave laboratorio di Marconi, e con lo sviluppo di contenuti multimediali realizzati anche grazie a sistemi di Intelligenza Artificiale.
Dall’8 novembre 2024 al 25 aprile 2025, gli spazi dell’Istituto VIVE - Vittoriano e Palazzo Venezia (Sala Zanardelli e Sala Regia) accoglieranno Guglielmo Marconi
Le foto di Claudio Iannone sul set del film di Paola Cortellesi esposte nel mese che promuove la Giornata contro la violenza sulle Donne. L’inaugurazione il 7 novembre con la regista e attrice romana. A seguire la proiezione di C’è ancora domani
In questa nuova fase, dopo un inizio dedicato a Dario Argento, la mostra amplia il proprio focus includendo reinterpretazioni e studi su altri pionieri dell’horror italiano e internazionale. Tra i protagonisti omaggiati figurano Mario Bava, Lucio Fulci, Pupi Avati e Michele Soavi
Il percorso della mostra combina una linea cronologica con temi specifici e include una selezione di dodici serie, da Twin Peaks a Breaking Bad a Mare Fuori