Green Film: lo studio conferma i vantaggi della certificazione

Sono stati presentati i risultati dello studio Green Film Research Lab, che verifica l'efficienza della certificazione nella riduzione del "carbon footprint"


Presso la sala Anica di Roma si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del protocollo Green Film Research Lab, che, dopo una breve introduzione del presidente dell’Anica Francesco Rutelli, è stato illustrato dal direttore della Trentino Film Commission Luca Ferrario. Luciano Vogli, consulente ambientale ed esperto in analisi del ciclo della vita, ha in seguito presentato i dati della ricerca.

Green Film è una disciplinare e una certificazione per una produzione di audiovisivo sostenibile, che viene assegnata alle produzioni cinematografiche e televisive che ne fanno richiesta e che ne rispettano le indicazioni. La certificazione fornisce una prova concreta degli sforzi fatti da una produzione in ambito green, utili soprattutto in caso di incentivi e fondi pubblici in quanto rientra nei parametri dei nuovi bandi. La certificazione è ottenibile in tutta Europa in forma gratuita. È pensata dunque per essere accessibile, offrendo una strada semplice e affidabile per incoraggiare i produttori in una direzione più sostenibile. Fondamentale, in tal senso, la presenza sul set di un consulente (green manager) che supporti verso la transizione ecologica. Tra i film italiani che sono stati certificati Green Lab troviamo Educazione Fisica e Diabolik, Ginko all’attacco!, al momento ci sono circa 26 set aperti che stanno cercando di ottenerla.

Lo studio scientifico che è stato presentato è iniziato nel 2021 e vuole verificare i benefici ambientali delle produzioni che hanno adottato il protocollo in opposizione a quelle tradizionali. Nel valutare il parametro cruciale del “carbon footprint” è stata usata la metodologia LCA che tiene in considerazione l’intero ciclo di vita dei prodotti o servizi sfruttati nella lavorazione del film. Nel campione di studio sono state inserite cinque produzioni green film e cinque produzioni tradizionali, cercando di assimilarle per tipologia, complessità e rappresentatività geografica. La raccolta dei dati su 21 diversi criteri è andata avanti per circa un anno, tra l’autunno del 2021 e quello del 2022.

Il grafico finale offre una conferma molto importante: 19 confronti su 21 si registra una riduzione degli impatti ambientali, 12 volte c’è anche un risparmio economico, spesso molto elevato. Solo una volta la richiesta economica necessaria per ridurre la Carbon footprint supera il 50%. Impressionante il dato di 16 chili di CO2 in meno per ogni euro risparmiato, con il riutilizzo dei materiali di scena. Il vantaggio minore in relazione al costo è quello dell’uso delle luci a led. In un solo caso il criterio richiesto dal Green Film è stato smentito nell’uso pratico: ovvero la richiesta di fornire i pasti in ristorante e non in loco. Il vantaggio di non utilizzare imballaggi e lunch box è stato, infatti, pienamente compensato dal fatto di spostare l’intera troupe nei locali adibiti ai pasti.

In conclusione, gli impatti principali di una produzione sono dati da trasporti e pernottamenti, uso di materiali di scena e la somministrazione di pasti e bevande. Per la maggior parte dei criteri l’applicazione delle azioni previste dal disciplinare non implica un costo aggiuntivo per la produzione, ma si traduce in un risparmio economico, oltre che ambientale. I criteri da cui si ottengono le riduzioni maggiori di CO2, a parità di risparmio economico, sono il riutilizzo dei materiali di scena, la raccolta differenziata e la scelta di alloggi entro i 10 km dal set.

Sul sito di Green Film esiste un tool che permette di predire l’impatto ambientale della propria produzione.

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18 Aprile 2023

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