VENEZIA. Argento e Friedkin. Per un appassionato di horror anni ’70 sembrerebbe una Mostra da spavento, e forse lo è, perché purtroppo William Friedkin non c’è più da agosto. C’è però un suo bellissimo film, un lascito – ma non horror – The Caine Mutiny Court-Martial, basato sul classico romanzo di Herman Wouk del 1951, già visto più volte a teatro (adattato dal medesimo scrittore) e al cinema (si ricorda la versione 1954 di Edward Dmytryk, con Humphrey Bogart).
Anche questa pellicola – ottima versione che aggiunge piglio e ironia – è molto teatrale, un dramma da camera, scritto in maniera certosina, ma in fondo Friedkin ci era abituato. Ci pensano in pochi ma anche L’Esorcista è un dramma da camera, che rispetta le regole aristoteliche sul teatro, l’unità di tempo, di luogo e di spazio e che si può facilmente riprodurre in scena con pochi accorgimenti.
Nel cast Jake Lacy, Kiefer Sutherland e Jason Clarke, che svolgono un lavoro egregio e a quanto pare anche molto professionale in termini di lavorazione, dato che il film è stato girato in sole due settimane.
Dice la produttrice Annabelle Dunne: “Billy sapeva esattamente cosa stava facendo, la location era progettata nei dettagli, gli attori erano preparatissimi esattamente come se stessero girando a teatro perché tutti sapevano che doveva essere “buona la prima”, e così è stato. Siamo stati estremamente fortunati. Kiefer Sutherland è stata una scelta di Friedkin. Gli ho parlato del progetto nella primavera del 2022, Paramount ha accettato subito di produrlo e in autunno già la scenografia era in lavorazione. Tutti pensavamo che dovesse essere tutto molto veloce, a Billy piaceva: anche il linguaggio, lo voleva adattare ai tempi dei giovani. Aveva in mente di trattare la vicenda come ne La parola ai giurati”.
Conferma il montatore Darren Navarro: “amava il romanzo e gli piacevano gli spazi stretti, ci sapeva lavorare molto bene, anche se non si limitava a questo. Per esempio abbiamo lavorato a The Hunted che era un film d’azione ambientato in spazi esterni”. Commenta lo scenografo Kirk Petruccelli: “veloce anche il lavoro sulla scenografia. Era un diagramma molto semplice e così era facile spostare oggetti e mobili per le esigenze di Billy”.
Il film è aperto da una dichiarazione scritta dello stesso Friedkin, che dichiara di essere ossessionato dalla sottile linea che separa, negli uomini, il bene dal male. Dunne sottolinea: “Non ha scelto lui di inserirla, magari nemmeno avrebbe voluto questa fanfara. Ma siamo stati noi produttori a volerla mettere per omaggiarlo dopo la morte. Era esattamente la lente attraverso cui osservava le cose”.
Navarro fa eco, nel ricordo del regista: “Abbiamo lavorato insieme per trent’anni e quello era il suo tema portante. Da un lato la banalità del male, dall’altro aspetti degli eroi che non dovrebbero piacerci. Lo interessavano le sfumature, l’ambiguità e la natura oscura delle persone. Anche riguardo al montaggio Billy era estremamente preparato, sapeva esattamente cosa voleva e così io glie l’ho potuto dare. Quanto al set, non essendo più un giovincello, arrivava alle 10.30, si mangiava appena possibile e alle 16.00, 17.00 al massimo tutti potevano andare a casa”.
Conferma il produttore Matt Parker: “era estremamente diretto, non faceva grossi discorsi motivazionali, si metteva dietro al monitor e urlava ordini”. Sul set si è fatta notare la presenza di una “mascotte” particolare, il regista Guillermo del Toro, presente per motivi burocratici.
Spiega Dunne: “Non c’era modo di avere un’assicurazione per William a causa dell’età, una discriminazione, se vogliamo. Così è servita la presenza di un regista più giovane, solo per sbloccare questa pratica. Non sapevo come l’avrebbe presa Billy, gli chiesi se c’era qualche giovane che potesse formalmente fungere da ‘sostituto’, che gli sarebbe piaciuto avere. Mi ha detto ‘ci penso’. Il giorno dopo: ‘ho il nome, Guillermo del Toro!’. ‘Sei serio?’, chiesi. E lo era. Guillermo stava facendo Pinocchio ma è venuto a sedersi sul set accanto a William tutti i giorni, ma solo come amico. Era chiaro per tutti, lui per primo, che il film era di Billy. Erano una coppia divertentissima, si prendevano sempre in giro, ci ha fatto letteralmente da mascotte”. Il film sarà distribuito a ottobre prima in sala e poi su Paramount +. La conferenza è stata moderata da Giulia D’Agnolo Vallan, esperta del cinema di Friedkin.
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