Gli abusi sessuali di Polanski: fine della saga?

a richiesta di svelare le trascrizioni del procedimento penale contro il regista 89enne: la mossa del procuratore Gascón potrebbe portare all'annullamento del mandato di latitanza internazionale


Le colonne del “Los Angeles Times” continuano a raccontare la “saga” che chiama in causa Roman Polanski, quasi 89enne, accusato di abusi sessuali a scapito di un’adolescente, vicenda che data 1977 e che, da allora, accompagna la biografia dell’autore e le battaglie nei tribunali, oltre che l’esistenza della vittima, Samantha Geimer, che ha parlato pubblicamente del caso, comprese le sue ripetute richieste di porre fine alla prolungata odissea legale: ha chiesto che la testimonianza di Roger Gunson – procuratore, oggi pensionato – fosse resa pubblica dal 2014, secondo i registri.

In una lettera, inviata all’inizio di quest’anno all’ufficio di George Gascón, procuratore distrettuale della Contea di Los Angeles, Geimer ha chiesto ancora una volta di concludere il suo calvario di 45 anni. “La mancanza di risoluzione di questo caso ha perseguitato la mia famiglia per decenni”, ha scritto la donna. “Adesso aspetto il giorno in cui l’attenzione dei media mi costringerà a spiegare a mia nipote, che ora ha solo 6 anni, cosa sia successo a sua nonna tanti anni fa”.

L’aggiornamento della vicenda dice che Gascón abbia chiesto a una Corte d’Appello statale di svelare le trascrizioni relative al procedimento penale contro Polanski, cosa che potrebbe porre fine alla questione legale pluridecennale. Un dossier di sei pagine per Gascón, che così ha cercato di rendere pubblica la testimonianza del procuratore Gunson: una richiesta che è stata avanzata anche dalla vittima, Samantha Geimer appunto, e che quindi segna un ribaltamento rispetto ai predecessori del Procuratore, che hanno tentato di tenere nascoste le parole di Gunson. “Per anni, questo ufficio ha combattuto il rilascio di informazioni che la vittima e il pubblico hanno il diritto di conoscere”, ha affermato Gascón in una nota. “Dopo un’attenta considerazione dei desideri della vittima, delle circostanze uniche e straordinarie che hanno portato alla [testimonianza di Gunson] e del mio impegno per la trasparenza e la responsabilità per tutti nel sistema giudiziario, il mio ufficio ha stabilito che è nell’interesse della giustizia accettare di l’annullamento di queste trascrizioni.”. 

Polanski è fuggito dagli Stati Uniti nel ‘77, dopo essersi dichiarato colpevole di aver costretto Geimer a fare sesso con lui, quando lei aveva solo 13 anni. L’allora adolescente ha affermato che Polanski, al tempo 43enne, l’ha portata a casa dell’attore Jack Nicholson per un servizio fotografico e poi l’ha riempita di champagne e Quaalude – un farmaco sedativo-ipnotico – prima di imporsi su di lei. Nicholson non era in casa in quel momento.

Dopo aver raggiunto un patteggiamento con i pubblici ministeri, Polanski è stato mandato in una prigione di Stato per una valutazione diagnostica di 90 giorni. Il giudice Laurence Rittenband, che all’epoca presiedeva il caso, ha affermato che la valutazione lo avrebbe aiutato a raggiungere una decisione equa sulla condanna. Il regista è stato rilasciato dopo 42 giorni, con i funzionari della prigione che hanno affermato che non avesse bisogno di ulteriore detenzione. Rittenband, affrontando una forte pressione dei media, è andato contro la raccomandazione e ha deciso di rimandare Polanski in galera per altri 48 giorni: Polanski è fuggito in Francia, dove detiene la cittadinanza. Il governo francese ha rifiutato di estradare Polanski, che non è mai tornato negli Stati Uniti. 

Nel 2009, a Gunson, che ha guidato l’accusa contro Polanski, sono state poste domande sotto giuramento sul caso. La sua testimonianza è stata raccolta per preservare i suoi ricordi per possibili futuri procedimenti legali contro Polanski, nel caso in cui il PM fosse deceduto o non fosse disponibile per una data futura del processo. Il team legale che segue Polanski ha affermato che la testimonianza di Gunson mostrerà come Rittenband intendesse che il breve periodo di detenzione di Polanski fosse l’entità della sua condanna: i tentativi di contattare Gunson su questo aggiornamento non hanno avuto successo, precisano dal “Los Angeles Times”.

Ci sono inoltre stati altri recenti tentativi di aprire i documenti, da parte dai giornalisti Bill Rempel e Sam Wasson, secondo il loro avvocato, Susan Seager, che sostiene come la trasparenza ultima di Gascón sia falsa: “Il suo ufficio non avrebbe mai dovuto opporsi alla nostra mozione per l’annullamento del sigillo”, ha affermato Seager. “Ma, negli ultimi otto mesi, l’ufficio del Procuratore distrettuale ha combattuto ferocemente la nostra mozione, sia in Corte Superiore che in Corte d’Appello. Sarà interessante vedere cosa farà la Corte d’Appello ora che il nostro ricorso non è stato accolto”.

L’avvocato di Polanski, Harland Braun, ha affermato che l’annullamento della testimonianza di Gunson potrebbe essere il primo passo verso la fine dei problemi legali del regista negli Stati Uniti. “La prossima mossa: presentiamo una mozione per la condanna in contumacia“, ha detto Braun. In definitiva, ha detto il legale, la mossa di Gascón potrebbe portare all’annullamento del mandato di latitanza internazionale contro Polanski, rendendolo di fatto un uomo libero.

Polanski, tuttavia, secondo Greg Risling, portavoce dell’ufficio del procuratore distrettuale, potrebbe dover affrontare altri due anni di prigione statale con l’accusa di essere un latitante. Ma Risling ha affermato di non essere certo che tali accuse sarebbero state presentate, sottolineando che i pubblici ministeri “dovrebbero valutare perché le accuse non siano state precedentemente presentate” dalle passate amministrazioni dell’ufficio del procuratore distrettuale.

Polanski ha cercato di far aprire la testimonianza di Gunson nel 2010, dopo che era stato detenuto a Zurigo a causa di un mandato di latitanza in sospeso negli Stati Uniti. Un giudice ha respinto la richiesta, ma i funzionari di Zurigo si sono rifiutati di restituire il regista agli Stati Uniti. Il motivo per cui la testimonianza di Gunson è stata sigillata rimane poco chiaro. Una simile testimonianza preventiva – in recenti procedimenti penali di alto profilo contro il rampollo immobiliare Robert Durst e il magnate di Hollywood caduto in disgrazia Harvey Weinstein – è stata presa in considerazione in procedimenti aperti al pubblico.

Polanski aveva quasi raggiunto un accordo per porre fine al caso negli Anni ’90, quando il giudice della Corte Superiore della contea di Los Angeles, Larry P. Fidler, aveva promesso che il regista non avrebbe dovuto scontare ulteriore tempo in custodia se fosse tornato a Los Angeles. Ma quando Fidler ha richiesto che un’udienza nel caso fosse aperta al pubblico, Polanski ha esitato.

Negli ultimi anni, diverse altre donne hanno accusato Polanski di averle abusate quando erano minorenni, ma il regista ha negato ogni affermazione. Nel 2018, i pubblici ministeri di Los Angeles hanno rifiutato di accusare Polanski di presunte molestie a un’adolescente, a Will Rogers State Beach nel ’75, perché il termine di prescrizione era scaduto.

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13 Luglio 2022

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