LECCE – L’opera prima, il debutto dietro la macchina da presa entro i quarant’anni, il proprio punto di vista cinematografico su un soggetto, la possibilità di scrivere così l’inizio di una carriera: il Premio Mario Verdone, “un classico” del Festival del Cinema Europeo di Lecce, alla sua XIII edizione, quest’anno ha scelto così di premiare Settembre di Giulia Louise Steigerwalt.
Carlo, Silvia e Luca Verdone hanno decretato – nella terna finalista composta anche da Piccolo Corpo di Laura Samani e Re Granchio di Matteo Zoppis e Alessio Rigo de Righi – di scegliere di conferire il riconoscimento all’opera della sceneggiatrice, appunto per la prima volta nel ruolo di regista.
“Mi congratulo con i tre finalisti: ci sono elementi in ciascuno che lasciano intravedere una carriera brillante. Settembre è un film sensibile, delicato, con un’interessante scelta di montaggio”, commenta Luca. Mentre Silvia consegna il premio auspicando che sia “un augurio forte e concreto: questo premio, che abbiamo la fortuna sia intitolato a nostro padre, speriamo possa portare molto al cinema che verrà”.
Giulia Louise Steigerwalt ricevendo il premio si dice: “onorata di essere in finale con due film che ho apprezzato molto. Per me questo premio dedicato a Mario Verdone è un onore enorme. È un premio che mi commuove, che un pochino ti riporta alle radici, lo sento come famigliare. Sono felice ma altrettanto sorpresa”.
La motivazione che accompagna l’assegnazione del premio, scelto dalla giuria composta dai fratelli Carlo, Luca e Silvia Verdone su una selezione di 10 titoli proposta dal Festival e dal SNGCI, recita: “Un esordio particolarmente interessante che segna, in un intreccio di amori perduti e incontri inattesi, una piccola rivoluzione nella tradizionale liturgia della commedia sentimentale. Ironia e sincerità si alternano a momenti di autentica poesia e, nel film, alla timidezza degli adolescenti nella difficoltà della prima volta fa da contrappunto il desiderio di adulti smarriti di uscire anche sorprendentemente dalle solitudini malinconiche per risvegliare i sentimenti in letargo. Scandita dal ritmo di una sceneggiatura perfetta anche nei dialoghi, Settembre è una commedia nuova, attraversata da una sensibilità narrativa che promette ormai a una brava sceneggiatrice anche la certezza di un luminoso futuro da regista”.
Consegnato virtualmente il premio, poiché la regista di Settembre non ha potuto essere presente di persona a Lecce, essendo imminente il suo diventare mamma, l’occasione permette anche di conoscere, a questo punto, il futuro cinematografico di questi autori e Laura Samani, collegata da New York, dove si trova per presentare proprio il suo primo film, racconta: “Io sto lavorando al secondo, sto scrivendo, spero di finire la terza stesura entro l’anno. È un adattamento, lavorerò con gli adolescenti nella mia città, Trieste”. Mentre Zoppis – sempre in coppia con Rigo de Righis – sta scrivendo una ballata western.
La vincitrice, dall’opera prima al futuro spiega che “nel frattempo ho lavorato a un paio di sceneggiature per altri registi, in particolare mi sono appassionata a un progetto di regia femminile. Ho finito da poco di scrivere la sceneggiatura per il mio prossimo lungo, con l’idea di girarlo il prossimo anno: ispirato a un romanzo, ispirato a fatti veri, è ambientato nell’agenzia di Riccardo Schicchi, Diva Futura, e alle dive da lì nate”.
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