GIOVANNA MEZZOGIORNO


Sottile e delicata ma caparbia, Giovanna Mezzogiorno è la protagonista del nuovo film di Ferzan Ozpetek, La finestra di fronte, nelle sale il 28 febbraio. Una giovane madre che si barcamena tra mutuo e bollette da pagare, immagina un’altra vita guardando, nel palazzo di fronte, un uomo bello e sconosciuto (Raoul Bova).
Un personaggio lontanissimo da quelli, borghesi e viziati, di Muccino e dell’Ultimo bacio, il film che l’ha portata al grande successo.
“All’inizio quella di Giovanna è un’evasione. Poi, insieme a suo marito, trova per la strada un vecchio smemorato (Massimo Girotti) e lo porta a casa. Quell’uomo ha perduto la persona che amava durante il rastrellamento degli ebrei dal Portico d’Ottavia, il 16 ottobre del ’43. Non l’ha dimenticata e mi aiuterà a capire che non bisogna rinunciare ai propri sentimenti e vivere di rimpianti”.

Che ricordo hai di Massimo Girotti: “La finestra di fronte” resterà purtroppo il suo ultimo film.
Era stato male durante le riprese ed è uscito dall’ospedale quasi per finire questo lavoro. Diceva sempre a Ferzan che questo era il suo ruolo più bello… Mi dispiace che non abbia potuto vedersi sullo schermo.

Giovanna è un personaggio che vive una dimensione tutta privata, mentre Ilaria Alpi, la giornalista uccisa a Mogadiscio che interpreti nel film di Orgnani, “Il più crudele dei giorni”, è un personaggio tutto pubblico.
E’ vero, comunque ho cercato di mostrarla in modo molto fedele a quello che era e che mi è stato raccontato da tante persone che l’hanno incontrata. I suoi genitori hanno visto il film e l’hanno apprezzato.

E’ un film scomodo?
Fa nomi, indica luoghi e ripercorre le cronologie con precisione. Il processo è ancora in corso e non si possono addossare colpe, ma ce n’è per tutti, servizi segreti ed esercito compresi.

E’ anche il tuo primo film d’azione.
Poi ho fatto anche Il segreto di Thomas, una coproduzione anglo-franco-italo-tedesca, con Canale 5 per l’Italia, che racconta una storia di partigiani nel Sud della Francia. Io sono Maria, una donna della Resistenza che affida a suo figlio i codici dei conti in banca svizzeri degli ebrei. I nazisti vogliono metterci le mani e il bambino viene rapito. E’ una bellissima spy story, per questo ho accettato, anche se si tratta di televisione.

Quali sono i registi italiani che stimi?
Tanti, anche tra i giovani: Crialese, Garrone, Piva, Puglielli, con cui ho fatto Tutta la conoscenza del mondo. Speriamo che questi talenti non siano sacrificati da scelte politiche e culturali sbagliate.

Non credi che oggi ci sia maggiore fiducia verso il nostro cinema?
Ci sono produttori che credono molto nel nuovo, come Procacci e Cerri. Ma lo strapotere distributivo e della tv mi fa paura.

Con chi vorresti lavorare tra i grandi?
Gianni Amelio: un grande, grande, grande. E poi mi piacciono molto i francesi.

Cosa ti auguri per il futuro?
Un grande successo per Ferzan, se lo merita. Tirate fuori i fazzoletti!

autore
19 Febbraio 2003

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