Giorgio Diritti


Film rivelazione della 49/a edizione del London Film Festival, vincitore di ben 11 riconoscimenti, tra cui il Grand Prix Annecy Cinéma Italien e il Prix CICAE al 24° Festival d’Annecy Cinéma Italien, la Rosa Camuna d’Oro al Bergamo Film Meeting e il Premio SIAE alla 1/a Festa del Cinema di Roma, arriva in sala il 1° giugno all’Azzurro Scipioni di Roma Il vento fa il suo giro, opera prima di Giorgio Diritti. Un piccolo film indipendente realizzato grazie all’autotassazione di attori e troupe; un’opera sulla diversità girata nei territori occitani già uscita in altre città italiane con un notevole riscontro di pubblico (Bologna, Torino, Genova, Aosta, e Cuneo). Il 31 maggio la pellicola sarà a Lecce (cinema DB d’essai) e il 1° giugno a Milano (cinema Mexico). Per le prossime uscite nelle sale italiane consultare il sito www.ilventofailsuogiro.com

Come è nata l’idea di un film tanto particolare?
L’idea nasce dal mio amico giornalista Fredo Valla con il quale poi ho sceneggiato il film e dalla sua conoscenza delle valli occitane. Il vento fa il suo giro racconta la storia dell’ex-professore di francese Philippe Héraud che, a causa della costruzione di una centrale nucleare, decide di allontanarsi dal suo Paese con moglie e figli per andare a fare il pastore nel piccolo paese di Chersogno, in Piemonte. Il suo arrivo in questa comunità ristretta e isolata viene visto da alcuni abitanti come un’occasione di rinascita per una comunità cristallizzata nelle sue abitudini, da altri come una minaccia.

E il vento fa il suo giroIl tema centrale è quello della diversità, ma vista da un punto di vista nuovo e spiazzante, perché in questo caso il discriminato è un francese e non il solito “extracomunitario”.
Il protagonista, che è interpretato dallo scenografo Thierry Toscan, è un personaggio libero, quasi anarchico, che vuole fare ciò in cui crede e sceglie di andare fino in fondo per realizzarsi. Il suo comportamento provoca entusiasmo tra i giovani ma invidia tra altri abitanti del paese, che sono ormai irrigiditi nei loro ruoli e hanno paura del “diverso”. Ho voluto rappresentare attraverso un microcosmo un modello che si replica in tutto il mondo, ma in modo spiazzante, usando come “diverso” un occidentale colto ed evoluto. La diversità può essere occasione di sviluppo o di fallimento; in piccolo ho raccontato dei meccanismi che, portati su scala più ampia, possono portare alla guerra e al terrorismo.

Ha puntato la lente di ingrandimento su una cultura poco frequentata, quella occitana, mantenendo nel film le tre diverse lingue parlate nei suoi territori.
Sì, Il vento fa il suo giro è parlato nelle tre lingue in uso nei territori occitani, cioè il francese, l’italiano e l’occitano parlato dai valligiani, e non è stato doppiato ma sottotitolato. I luoghi e la loro natura hanno un ruolo fondamentale nel film, che è scandito dal succedersi delle stagioni ed è stato girato in nove settimane complessive ma suddivise in tre momenti: l’inverno, la primavera e l’estate. Abbiamo portato sullo schermo delle immagini naturalistiche bellissime, anche grazie al contributo del bravissimo direttore della fotografia Roberto Cimatti.

Nel suo primo ruolo da protagonista compare Alessandra Agosti, la nipote del regista indipendente Silvano.
Ho scelto Alessandra dopo averla vista in un film diretto da Franco Piavoli. L’ho trovata bravissima e poi ho capito che era perfetta per questo progetto, infatti sono molto soddisfatto della sua interpretazione. Per il resto gli attori sono tutti non-professionisti, abitanti delle valli occitane che hanno recitato gratis e contribuito in tutti i modi alla produzione del film, che è diventato così un patrimonio del territorio. In Il vento fa il suo giro ci sono ben 40 piccoli ruoli, e questo fa capire come il loro ruolo sia stato determinante.

Il film ha beneficiato di una formula produttiva particolare.
Abbiamo avuto dei piccoli contributi economici istituzionali, ma il grosso del budget necessario per la pellicola è stato ottenuto grazie alla partecipazione degli attori e della troupe, che sono entrati in coproduzione garantendosi così una quota del film. Tra i contributi economici e materiali di tutte le persone coinvolte, il budget ha raggiunto il valore di un milione e mezzo di euro.

autore
31 Maggio 2007

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