VENEZIA – E’ presente anche il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano alla serata di pre-apertura della Mostra, tutta dedicata alla bellezza e al talento di Gina Lollobrigida. “Il festival sarà bellissimo per il cinema italiano – afferma Sangiuliano – Il nostro primo decreto è stato quello che ha stabilito uno sconto per riportare le persone nelle sale dopo la pandemia, mentre ieri abbiamo varato l’indennità per i lavoratori dello spettacolo, altra misura fondamentale. Il cinema ha grande futuro e tanto da dire. Il cinema italiano, in particolare, vive una grande stagione con tanti giovani talenti, a loro saremo vicini con un impegno fattivo”.
E’ una preapertura della Mostra insolita, come ha sottolineato il direttore Alberto Barbera: “Gli scorsi anni abbiamo scelto film muti con accompagnamento dal vivo, stavolta però non potevamo non ricordare Gina Lollobrigida, scomparsa a gennaio di quest’anno. Lo facciamo insieme a Cinecittà, alla Cineteca Nazionale e al Filmmuseum di Monaco di Baviera”.
La serata che prelude all’inizio del festival, in una notte di pioggia, è tutta per Gina, la diva, l’attrice, ma anche la donna spiritosa e piena di vita. In prima mondiale viene proposto Portrait of Gina (1958, 27’) di Orson Welles, nella versione restaurata per l’occasione dal Filmmuseum München in collaborazione con Cinecittà, un piccolo film mai visto e rarissimo che getta una luce inedita sull’attrice. Quindi La provinciale (1953, 113’) di Mario Soldati, in prima mondiale nella versione restaurata per l’occasione dal Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale, in collaborazione con Compass Film.
“Sono due proposte di Venezia Classici – sottolinea il presidente della Biennale Roberto Cicutto – e fanno parte del progetto complessivo di iniziative dedicate alla grande attrice ideate dal sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni e dalla presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia.
Spiega Sbarigia: “Questo progetto comprende anche due mostre fotografiche, a Roma e al Lido di Venezia, all’Hotel Excelsior, quest’ultima dedicata anche ad Anna Magnani, oltre a un premio ai giovani talenti, che sarà presentato durante la Mostra, e a un francobollo commemorativo. Quando è morta Gina ci siamo chiesti, insieme al MiC, come celebrarla con qualcosa di meno ovvio e abbiamo provato a ragionare in modo più ampio”. E conclude: “Il talento di Gina, che ogni volta ci sorprende e ci incanta, è analogo e alla stessa altezza di quello dei due registi, Orson Welles e Mario Soldati. Perché questo è stata Gina, non solo la grande attrice e bellissima diva: ma una pura artista. Come la potremo ancora ammirare al Festival di Venezia”. Ha partecipato alla serata anche l’ad di Cinecittà Nicola Maccanico.
Alberto Anile, conservatore della Cineteca Nazionale, ricorda: “Ho parlato con Gina Lollobrigida una sola volta, per telefono, mentre facevo ricerche su Orson Welles. Ricordo bene che si inalberò e disse: la mia vita la conosco solo io, non ho mai scritto una autobiografia e non lo farò. La provinciale è un film interessante perché non la vediamo nei soliti panni della maggiorata fisica, è molto diversa, tanto è vero che il produttore non la voleva e Mario Soldati che la stimava insistette tantissimo. Il film, tratto dal romanzo di Alberto Moravia, è scritto con Giorgio Bassani ed è un esempio di un neorealismo che si è evoluto in un cinema più sofisticato. E’ il film maggiore di Soldati, anche se poco conosciuto e qui portiamo anche un trailer di 3 minuti, i due restauri sono stati realizzati interamente all’interno della Cineteca Nazionale che si è dotata di un laboratorio fotochimico”.
Portrait of Gina è invece l’episodio pilota di una serie televisiva della ABC, mai realizzata e sospesa. Welles faceva di testa sua e infatti in poco meno di mezz’ora parla di tutto, dell’Italia e del pubblico italiano, delle donne e di se stesso. Intervista Rossano Brazzi, Vittorio De Sica e Paola, l’amica d’infanzia di Gina, assidua pen friend (si scrivevano due lettere al giorno, oggi si sarebbero incontrate sulle chat di WhatsApp). Solo alla fine arriva l’intervista all’attrice, nella sua villa dell’Appia Antica, un’intervista garbata e disinvolta, nell’inglese non impeccabile ma autoironico della Lollo, che sprizza intelligenza e ha un sorriso impagabile. Il filmato andò perduto e solo nel 1986, dopo la morte di Welles, fu trovato in un hotel di Parigi, oggi è presso il Filmmuseum München e da stasera è patrimonio di tutti gli appassionati che hanno avuto modo di vederlo qui al Festival.
di Cristiana Paternò
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