Da uno spunto che potrebbe anche essere altamente drammatico – come ha ben dimostrato Gli equilibristi di Ivano De Matteo – quello di un padre separato ridotto al rango di senzatetto, il francese Dominique Farrugia impagina una commedia di grande attualità – pare che il 60% dei francesi separati restino sotto lo stesso tetto a causa della crisi – ma purtroppo piuttosto banale nella scrittura e farraginosa nello sviluppo. Si tratta di Separati ma non troppo (titolo originale Sous le même toi) in uscita il 13 settembre con Europictures.
Riprendendo i personaggi del suo precedente Delphine 1 Yvan 0 (1996), che si concentrava sul primo anno d’amore di due giovani, ecco i due innamorati ormai al capolinea: lei propone di tentare la carta della coppia aperta per rivitalizzare il rapporto, lui prende la palla al balzo per tradirla nel giro di 24 ore ed eccolo messo alla porta. Ma Yvan, che dopo aver cambiato mille lavori di sicuro insuccesso si è riciclato come procuratore sportivo, non sa dove andare: gli amici non sono disposti a ospitarlo e persino i clochard al parco gli sono ostili, così l’uomo rivendica il suo 20% di proprietà della casa coniugale e torna ad abitare con la ex moglie e i due figli, l’affettuoso e complessato Lucas e l’adolescente intrattabile Violette.
Su questa griglia viene messa un po’ troppa carne al fuoco – la nuova relazione di lei, i bollenti spiriti della ex suocera e delle sue amiche settantenni arrapate, il disagio dei figli di separati, per giunta oggetto di bullismo, gli amici single, la difficoltà di trovare lavoro, il giovane calciatore che ha il mito della famiglia unita. Farrugia, attore, sceneggiatore e umorista, noto in patria come fondatore del gruppo comico Les Nuls con Alain Chabat e Chantal Lauby, difende il doppio registro della vicenda con la mescolanza di spunti comici e drammatici anche se il risultato è piuttosto farsesco. E viene in mente, ma solo per la trama, anche Dopo l’amore di Joachim Lafosse che usava uno spunto simile – convivenza forzata per motivi economici tra due ex – per creare una efficace parabola sull’infelicità coniugale.
La forza propulsiva del film è certamente nel suo protagonista Gilles Lellouche, piuttosto noto per Piccole bugie tra amici, per cui ebbe la sua seconda nomination al César come non protagonista. Gigione e con il fisico del ruolo, dona a Yvan una faccia tosta immarcescibile che fa da contraltare alla rigidità della Delphine di Louise Bourgoin. Si fa notare anche Manu Payet nel ruolo dell’amico sciupafemmine. Da notare infine come le commedie commerciali francesi si concentrino sempre più spesso sul tema della crisi della famiglia con le sue molte gradazioni.
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