Germano: uno studio ‘matto e disperatissimo’

Il protagonista de' Il giovane favoloso': "Mi sono portato appresso il suo corpo sgraziato, invecchiato precocemente, abitandolo molto nella mia testa per restituirne in carne la vitalità rabbiosa"


VENEZIA. “Quella di Leopardi è una poesia inesauribile, la rileggi ogni volta diversamente e ogni volta la riscopri, ti accompagna per la vita. Giacomo è al di là della storia, della contemporaneità perché è stato capace di leggere l’essere umano nella sua essenza. Nessun potrà mai liberarmi del mio scetticismo ragionato, diceva. Una frase che tutti noi sentiamo profondamente”, così Elio Germano, protagonista de Il giovane favoloso, all’Ansa.

Per l’attore il ruolo di Leopardi è stato un regalo e un lusso. “Ho avuto la possibilità di prepararmi per tre-quattro mesi a questo ruolo. Io ho bisogno di capire il mondo che racconto, farmelo familiare e per Leopardi ho compiuto uno studio ‘matto e disperatissimo’ nella ricerca di tracce, di lettere, di oggetti, di incontri, curioso di conoscerne la voce, le malattie, i dettagli personali. Mi sono portato appresso il suo corpo sgraziato, invecchiato precocemente, cercando di abitarlo molto nella mia testa per restituirne in carne la vitalità rabbiosa. Per un attore è un sogno un personaggio così, perché – aggiunge Germano – Leopardi è tanti ruoli insieme”.

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01 Settembre 2014

Venezia 71

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